Jose Pablo Feinemann, L'ombra di Heidegger
BEAT, 192 pagine, 9,00 euro
È un giorno di novembre del 1948 a Buenos Aires
quando Dieter Müller, filosofo tedesco riparato in Argentina, scrive la
sua ultima lettera al figlio. Müller è stato un fervente
nazionalsocialista, diventato tale dopo aver ascoltato, nel 1933, il
Discorso del Rettorato del suo maestro Martin Heidegger. Nella lettera
al figlio, Müller elenca con spietata precisione le tappe della follia
che si impadronì del suo cuore e della sua mente: l’incontro con
Heidegger a Friburgo, la sensazione di avere a che fare con un uomo che
incarnava una nuova malìa; i contatti con le SA di Röhm e la convinzione
che i guerrieri tedeschi del 1918 erano stati traditi da politici e
mercanti; le riunioni a casa di Hannah, giovane e bella studentessa
dagli occhi scuri che scintillavano in modo travolgente. Romanzo capace
di restituirci, come solo la letteratura sa fare, una delle figure più
controverse della filosofia del Novecento, L’ombra di Heidegger penetra nel lato oscuro della genialità, là dove l’intelligenza sembra inesorabilmente soccombere al male.
«L’ombra di Heidegger parla al lettore di pensieri profondi e di problemi inquietanti con una scrittura di grande fascino ed efficacia, che a volte sfiora persino le atmosfere da thriller». Bruno Arpaia, il Sole 24Ore
Brendan O'Carroll, Agnes Browne ragazza
BEAT, 240 pagine, 9,00 euro
Prima di essere mamma, prima di mettere al mondo i
suoi marmocchi e prima che i suoi marmocchi la rendessero nonna, Agnes
Browne era Agnes Reddin, esile e indisponente ragazzina del Jarro, una
zona popolare a nord di Dublino piena zeppa di operai e disoccupati con
le loro famiglie numerose. Ecco, dunque, Agnes bambina accogliere con
mille dispetti la nascita indesiderata della sorellina, eccola nel fiore
della sua adolescenziale bellezza tra le fabbriche e i mercati
chiassosi degli anni Cinquanta, eccola nelle sale da ballo ad attirare
gli sguardi, e qualcosa di più degli sguardi, e a scatenarsi al ritmo
del rock and roll che ha appena invaso Dublino. Eccola alla vigilia
delle nozze, mentre l’intero Jarro si chiede una cosa sola: è davvero
Rosso Browne il responsabile del «segreto» così mal custodito dalla
figlia di Connie e Bosco Reddin?
Pieno di personaggi traboccanti di vitalità, caustico, irresistibile come i romanzi precedenti, Agnes Browne ragazza conclude la saga di Agnes Browne con un vero e proprio inno all’educazione proletaria di un’affascinante ragazza irlandese.
Pieno di personaggi traboccanti di vitalità, caustico, irresistibile come i romanzi precedenti, Agnes Browne ragazza conclude la saga di Agnes Browne con un vero e proprio inno all’educazione proletaria di un’affascinante ragazza irlandese.
«Finita la lettura ho pensato una cosa sola: non voglio più lasciare Agnes Browne». The Irish Voice
«Non
c’è niente da fare: ci si affeziona ai personaggi che popolano questo
romanzo… Un irresistibile miscuglio di vizi e virtù, calore e
gentilezza, sfrontatezza e cortesia». Richmond Times-DispatchAmi McKay, La casa delle vergini
BEAT, 336 pagine, 9 euro
Nel 1871 tra i lugubri caseggiati della Chrystie
Street a New York, i ragazzi sono inevitabilmente destinati a diventare
dei borsaioli, e le ragazze a vendere fiammiferi e spille, fiori e
pannocchie calde, prima di vendere se stesse. A dodici anni Moth, nata
da una chiromante dei bassifondi e da un uomo scappato di casa quando
lei aveva tre anni, viene venduta a Mrs Wentworth, giunta a Chrystie
Street in cerca di cameriere servizievoli e compiacenti. Moth resta a
servizio della donna finché non incontra un giorno alla Bowery, la zona
della città piena di case vistose e teatri di varietà, Miss Everett, una
bruna raffinata e affascinante, che gestisce una pensione speciale, una
casa delle vergini dove, come recitano i gioiosi annunci della
pensione, «creature fatate sono devote al servizio di Cupido». È il
tempo in cui vige il mito della «cura delle vergini», e gli uomini
affetti da deformità o malattie incurabili sono disposti a pagare
parecchio per intrattenersi con giovani donne, sperando di trarne
miracoloso giovamento. Moth viene accolta nella casa, dove fa la
conoscenza della dottoressa Sadie, che le insegna a cercare di sottrarre
il proprio corpo e la propria anima a un destino forse ineluttabile.
«L’avvincente storia della dodicenne Moth, tempra d’acciaio nella spietata New York di fine Ottocento». Marie Claire
Edward St Aubyn, I Melrose
BEAT, 736 pagine, 9 euro
I Melrose racchiudono quattro romanzi che
narrano la storia di Patrick Melrose, giovane inglese impegnato
tenacemente a porre fine alla sua esistenza abusando di alcol e droga, e
frequentando ubriaconi, dementi, tiranni e tossicomani, tutti titolati
snob in veste di nuovi demoni della contemporaneità.
Nel primo romanzo, Non importa, David Melrose, padre sadico e autoritario, uccide i sogni e le fantasie del piccolo Patrick, mentre la madre, persa in una nebbia di alcol e rimpianti, non si avvede di nulla. In Cattive notizie, ventiduenne e tossicodipendente, Patrick si reca a New York per raccogliere le ceneri del padre, e vaga per le strade della metropoli a caccia di eroina e in fuga dai ricordi. Nel terzo, Speranza, libero dalla dipendenza, durante un estenuante party in una residenza della campagna inglese, Patrick si ritrova combattuto tra il disgusto per il mondo e il desiderio di aprirsi alla vita e al perdono. Nel quarto, Latte materno, Patrick è alle prese con le promesse infrante e gli inaspettati slanci filantropici della madre.
Quattro romanzi, sorretti da uno stile infallibile e da una rara penetrazione psicologica. Quattro capitoli di un unico formidabile, blasfemo romanzo di formazione che ha lasciato un segno profondo nella letteratura contemporanea.
Nel primo romanzo, Non importa, David Melrose, padre sadico e autoritario, uccide i sogni e le fantasie del piccolo Patrick, mentre la madre, persa in una nebbia di alcol e rimpianti, non si avvede di nulla. In Cattive notizie, ventiduenne e tossicodipendente, Patrick si reca a New York per raccogliere le ceneri del padre, e vaga per le strade della metropoli a caccia di eroina e in fuga dai ricordi. Nel terzo, Speranza, libero dalla dipendenza, durante un estenuante party in una residenza della campagna inglese, Patrick si ritrova combattuto tra il disgusto per il mondo e il desiderio di aprirsi alla vita e al perdono. Nel quarto, Latte materno, Patrick è alle prese con le promesse infrante e gli inaspettati slanci filantropici della madre.
Quattro romanzi, sorretti da uno stile infallibile e da una rara penetrazione psicologica. Quattro capitoli di un unico formidabile, blasfemo romanzo di formazione che ha lasciato un segno profondo nella letteratura contemporanea.
«I romanzi di Patrick Melrose sono un capolavoro del XXI secolo, e St Aubyn è uno dei più grandi prosatori di lingua inglese». Alice Sebold
«La saga de I Melrose ha il respiro di un classico, racconta l’upper class con la precisione di Proust, l’eleganza di Mann, James e Wilde, l’ironia di Capote o Wolfe». Caterina Bonvicini, il Fatto Quotidiano
«La saga de I Melrose ha il respiro di un classico, racconta l’upper class con la precisione di Proust, l’eleganza di Mann, James e Wilde, l’ironia di Capote o Wolfe». Caterina Bonvicini, il Fatto Quotidiano
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