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Pupottina's favorites book montage

Dimmi il tuo segreto
Io la troverò
Dove si annida il male
Il confine del silenzio
Tutto ciò che resta
Io so perché canta l'uccello in gabbia
Africa, mon amour
Fiore di fulmine
Amore, Parigi e un gelato al pistacchio
La ragione dei sensi
Sherlock Holmes e il Signore della notte
Addio è solo una parola
All'improvviso la scorsa estate
La stagione degli innocenti
Scia di morte. L'ultimo viaggio della Lusitania
L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome
I piaceri della notte
Nessun ritorno
Campari a colazione
Per te qualunque cosa


Pupottina's favorite books »
L'amore è la risposta, ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande. (Woody Allen)
"Non discutere di cose di letto con tatto e discrezione. Potrei non capire di cosa parli." (L'ispettore Barnaby)

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mercoledì 12 giugno 2013

Da Trieste a Bari - La terra del sacerdote in tour per l'Italia

12 giugno - ore 19 - Trieste
presso Stazione Rogers - Riva Grumula, 14
interviene ALESSANDRO MEZZENA LONA

17 giugno -  Milano
PRESS-DAY (incontro riservato alla stampa)
 18 giugno - ore 18 -  Napoli
Feltrinelli  - via San Tommaso d’Aquino 70
intervengono MIRELLA ARMIERO  
e FRANCESCO DURANTE
 
19 giugno - ore 18 - Caserta
Feltrinelli - corso Trieste 154/156
interviene TONY LAUDADIO

20 giugno - ore 18.30 - Bari
Feltrinelli -  via Melo 119
intervengono ALESSANDRA MINERVINI e VITO SANTORO
 
 
 LA TERRA DEL SACERDOTE   
«La terra del Sacerdote è un romanzo bellissimo e potente.
È come se Cormac McCarthy si aggirasse per la campagna molisana».
Brunella Schisa
«Paolo Piccirillo è tra gli scrittori maggiormente dotati dell’ultima generazione. In Zoo 
col semaforo si divertiva a smontare e riassemblare storie con invidiabile abilità. Per La terra 
del Sacerdote tenta qualcosa di piú difficile e maturo: spostare in avanti l’arte del narrare tenendo gli occhi conficcati nella materia piú nera e affascinante della nostra tradizione».
Nicola Lagioia

IL LIBRO È notte e la ragazza corre nella campagna buia piú veloce che può, senza voltarsi indietro. È finalmente riuscita a scappare dalla gabbia in cui la vecchia la teneva prigioniera. Il vento gelido le taglia la faccia e la terra brulla i piedi, ma quasi non se ne accorge, perché il dolore delle doglie la rende insensibile a tutto il resto. La ragazza si accascia, urla e partorisce, ma a quell’urlo di dolore ancestrale non segue alcun pianto che annunci la vita. Lascia il bambino morto sotto un albero e prosegue fino a un fienile dove spera di potersi nascondere e riposare. La ragazza non lo sa ma la terra su cui sta cercando rifugio è conosciuta da tutti come “la terra del Sacerdote”. Agapito è un uomo burbero e solitario, arido e secco come la sua terra, violento e duro come l’inverno degli Appennini. Tanti anni prima aveva provato a fuggire la povertà della sua terra, il Molise, emigrando in Germania; lí era divenuto sacerdote ma ormai di quel saio e della promessa fatta prendendo i voti è rimasto solo un soprannome. Dalla Germania è tornato con un segreto troppo grande e ha barattato il suo silenzio con la terra su cui vive. Una terra maledetta che non dà frutti, morta come la sua anima. Quando Agapito scopre la ragazza nascosta nel fienile si trova di colpo al centro di un affare molto piú grande di lui; la ragazza è un’immigrata clandestina, portata con l’inganno dall’Est dell’Europa e costretta a ripagare il passaggio in Italia in modo disumano: rinchiusa come un animale in gabbia e utilizzata per partorire figli da destinare all’adozione o al traffico d’organi. Agapito è incuriosito da quella ragazza, tanto strana da riuscire addirittura a far crescere qualcosa sulla sua terra e decide di non mandarla via ma di subentrare ai precedenti “carcerieri” mettendo a di-sposizione della malavita la sua casa e la sua proprietà come “allevamento” per questa e altre ragazze. Da quel momento Agapito si troverà di nuovo chiamato a fare i conti con le proprie scelte e con la propria anima, o almeno con quell’unico briciolo non ancora barattato con il pane e la sopravvivenza quotidiana. Alla fine proverà a salvare una vita e non a toglierla, come accadde in Germania, provando a dare tutto se stesso per amore di qualcun altro. Le regole del potere però sono antiche e le persone vivono da troppo tempo piegandosi alla legge del piú forte. È cosí che una storia di sopraffazione e violenza non può trovare uno sbocco pacifico solo attraverso una redenzione personale: anche la fede in nuove possibilità deve sanguinare e lottare.

Paolo Piccirillo è nato nel 1987 a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Nel 2010 ha pubblicato Zoo col semaforo, un romanzo che ha riscosso un notevole successo di pubblico e critica. Autore di racconti pubblicati su varie riviste e antologie, nel 2011 è stato scelto dal Festival delle letterature di Mantova come rappresentante italiano per le Scritture giovani.

1 commento:

Adriano Maini ha detto...

In effetti una storia alla Cormac McCarthy se ambientata in Italia trova negli Appennini arcane risonanze.

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Compresi che l'ordine, a lungo andare, si ristabilisce da solo intorno alle cose (Raymond Radiguet)

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