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La stagione degli innocenti
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L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome
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venerdì 18 dicembre 2015

Buchi nella sabbia di Marco Malvaldi


1901: complotto anarchico da operetta.

Marco Malvaldi ha momentaneamente abbandonato l'allegra combriccola del Bar Lume, per dedicarsi ad una altra scenografia. Ha scelto come ambientazione storica la città di Pisa nel 1901. Un contesto storico particolarmente rilevante.

La narrazione unisce elementi inventati a fatti e personaggi storici. La rappresentazione della "Tosca" a Pisa, con la rumorosa assenza del maestro Giacomo Puccini, fa molto parlare di sé finché non accade dell'altro: l'omicidio commesso sul palco del teatro, mentre ad assistervi vi è, niente di meno che, sua Maestà, il re Vittorio Emanuele III di Savoia. Questi ingredienti, uniti al solito umorismo, all'arguzia dell'intreccio e all'accuratezza con cui Malvaldi ricostruisce il momento storico (1901) e l'ambientazione pisana, decretano questo nuovo successo letterario.

È un ottimo lavoro con un tocco di teatralità esplicita, ossia la suddivisione in tre atti.

La vicenda narrata, in primo piano, è quella di una sgangherata, quanto improbabile, compagnia teatrale che mette in scena una delle opere liriche italiane più celebri, la "La Tosca" di Giacomo Puccini. Nell'atmosfera storica regna ancora l'inquietudine anarchica a seguito dell'attentato di Gaetano Bresci che, come tutti sappiamo, ha ucciso il re d'Italia, Umberto I. Molto  probabilmente il destino misterioso dell'anarchico italiano, vittima forse della tecnica punitiva del santantonio, ha aggiunto un giallo storico al giallo teatrale. Mentre lo spettro di un nuovo attentato anarchico si propaga ovunque, anche nel teatro, c'è un bel daffare tra la grande emozione per l'ospite illustre e la paura di un nuovo insuccesso, con conseguente fermento e mobilitazione da parte delle forze dell'ordine e della stampa ufficiale.

Essendo un giallo, com'è prevedibile, anche al culmine della rappresentazione teatrale, ci scappa il morto, tra una cerchia colorita e variegata di attori, più o meno improbabili.

BUCHI NELLA SABBIA è un ottimo giallo che si legge scorrevolmente e divertendosi.

La descrizione dei personaggi è così credibile che più volte viene da chiedersi se Malvaldi non stia raccontando, trasformando in letteratura d'intrattenimento, un fatto realmente accaduto. Malvaldi è tanto bravo che mi sono posta il dubbio ed ho rispolverato i miei vecchi e polverosi volumi di storia senza trovare riscontro. A fine romanzo, però, la finzione emerge con chiarezza, ma questo non cancella la sensazione che alla base della narrazione ci sia stato un accurato lavoro di documentazione. Anche la descrizione del mondo della lirica ai primi del Novecento è particolarmente meticolosa, avvalorata e comprovata, con citazioni e notizie disseminate lungo il racconto.

È un libro spassosissimo, grazie all'ottima tecnica narrativa dove le scene si susseguono veloci come in una commedia brillante dai toni farseschi. Si ha la costante sensazione di essere seduti in poltrona a teatro ad assistere all'opera lirica, grazie allo stile intelligente e brioso, ma sapientemente magistrale, da narratore onnisciente di Malvaldi, che ha la capacità di rendere visivamente quello che racconta, confrontando la realtà storica con quella contemporanea.


mercoledì 11 dicembre 2013

La carta più alta di Marco Malvaldi

Marco Malvaldi diverte e allieta ancora, riproponendo i suoi quattro arzilli pensionati, che non mancano di intrigare anche il gestore del bar che frequentano, il BarLume.

In questo romanzo, succede di tutto, come sempre in questi allegri e avvincenti romanzi.

Massimo finisce addirittura ricoverato in ospedale per una distorsione. Lì ha modo di dipanare la matassa di un delitto che tutti considerano impossibile e che ha avuto luogo proprio in quello stesso ospedale.


I quattro anziani amici del BarLume ne fanno di congetture su intrighi familiari, speculazioni edilizie e loschi affari. Massimo è in prima linea, ma alle spalle ha sempre i quattro amici e la bella banconista, sua dipendente, Tiziana.

Il pretesto, per l’inizio di questo giallo, deduttivo ed umoristico, in piena regola, è la vendita di una lussuosa villa ad un costo palesemente sottoprezzo. Incredibile come da un niente venga dipanato un romanzo effervescente, simpatico, brillante, divertentissimo. Il giallo narrato è complesso, più del precedente, e di non semplice comprensione. Richiede attenzione. La storia è articolata. Non è facile anticipare la soluzione del mistero. Anche questo elemento, rende avvincente e riuscito il romanzo “La carta più alta”.
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Una lettura leggera, ma piacevolissima.


lunedì 18 novembre 2013

Il re dei giochi di Marco Malvaldi

Spronata dalle due serata di serie tv Sky, ispirate ai romanzi di Marco Malvaldi, mi sono immersa nella piacevole lettura de "Il re dei giochi", divertente e piacevole, nonostante i toscanismi, quanto la trasposizione televisiva con Filippo Timi.


Mentre al BarLume Marco Malvaldi fa arrivare il biliardo nuovo, ossia il protagonista, inanimato e materiale, che dà il titolo a questo simpatico giallo, Il Re dei giochi, una madre e un figlio hanno un misterioso incidente d’auto. Lei resta in coma vegetativo e per il figlio non c’è niente da fare. Cosa si nasconde dietro l’incidente? Il destino o un’azione mirata all’omicidio?

La solita comitiva dei quattro arzilli pensionati, brontoloni, burloni e ficcanaso, non vede limpidezza in questa situazione. Per loro c’è quasi sempre qualcosa di marcio. I quattro anziani riescono a vedere l’intrigo dappertutto e sanno scavare nei segreti altrui, grazie alle voci di paese e ai loro interrogatori fuori dal comune.

Massimo, il proprietario del BarLume, è costretto a fare da balia a tutti e quattro gli amici, affamati di pettegolezzi. Anche Massimo, per quanto abbia vari grattacapi, pensieri e fantasie erotiche a occhi aperti sulla sua giovane dipendente, Tiziana, non riesce a non farsi coinvolgere dall’indagine investigativa dilettantesca, ma efficace, dei quattro pensionati. Massimo è uno che sa ascoltare e mettere insieme i tasselli del puzzle, anche quando c’è di mezzo un crimine.

L’indagine è svolta alla vecchia maniera, cioè si basa sull’analisi logica e sulle dicerie dei conoscenti o dei testimoni. Riesce a risultare anche produttiva e simpatica, per il dialogo infuso di toscanismi.

Il paesino di Pineta, sul litorale nei pressi di Pisa, nato dalla fantasia di Marco Malvaldi, è molto caratteristico e suggestivo ed è un’ottima cornice per le vicende che ruotano intorno al BarLume.

Una lettura spensierata e che riesce a intrattenere e appassionare il lettore. 


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