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martedì 21 luglio 2015

Roma città morta di Luca Marengo e Giacomo Bevilacqua



Tutto ha inizio con un virus di origine sconosciuta, rapido e violento nel generare un'epidemia che si abbatte sugli uomini. La parola "zombie" diventa familiare anche a Roma. Per fortuna, non è la realtà, ma soltanto la creatività riportata nel diario, scritto a quattro mani, da Luca Marengo e Giacomo "Keison" Bevilacqua. Il primo è più serioso e impegnato nella sua missione di scrivere il reportage dell'apocalisse zombie che ha colpito il mondo intero, Italia compresa. Il secondo, Bevilacqua, più ironico e scanzonato.

Il primo scrive il suo diario dell'apocalisse in forma tradizionale, trattando con arguzia narrativa l'evoluzione degli eventi; il secondo, raccontando le stesse esperienze, ma graficamente, attraverso originalissime sequenze di vignette.

Se siamo abituati agli zombie di Romero, ci piacerà seguire le vicende dei nostri reporter, scrittore e fumettista, durante il loro viaggio esplorativo della capitale che, barricata nelle sue antiche mura non perde il suo fascino architettonico e l'importanza storica. In qualche mondo, Roma è riuscita a sopravvivere sia al virus che all'orda di morti viventi. Gli abitanti si sono riorganizzati e tirano avanti come possono.

Marengo e Keison vanno a conoscere i sopravvissuti e documentano ciò che vedono all'interno delle mura, ma più si addentrano nel cuore della città, più scoprono che le cose, lì dentro come all'esterno, non sono affatto come sembrano. Qualcosa della vecchia civiltà, all'interno delle mura, si rifiuta di marcire.

Mentre le poche certezze vacillano e gli interrogativi si moltiplicano, i due protagonisti cominciano a chiedersi chi sia stato realmente a trasformare Roma in una città morta, dove le attività del mondo reale sono "chiuse per ferie", come accade durante il periodo estivo.

Si può dire "Chiuso per zombie" parlando di Roma?

Forse sì, se siamo in un periodo post apocalittico e la città è affollata da zombie e sopravvissuti, al posto dei tradizionali ed invadenti turisti. Ma forse, per quanto riguarda disciplina e grado di civiltà, sono ineducati entrambi. Certo è che senza Marengo e Bevilacqua nessun lettore, amante del genere zombie e di Roma, avrebbe mai potuto immaginarla così insolitamente popolata. Ovviamente, la loro dettagliata visione della capitale può essere letta e analizzata tra le righe e le vignette ironiche, in un'ottica sociale e politica molto interessante ed attuale.

ROMA CITTÀ MORTA, a metà strada tra un diario e una guida turistica post apocalittica, tra la prosa e il fumetto, è un ottimo libro da leggere. 


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