"So tenere un segreto se ci
riesci anche tu."
Tipica frase da adolescente, da adulto, da persona matura che cerca di
fare i conti con il proprio passato. Ecco la frase giusta per sintetizza al meglio
l'ottimo thriller psicologico IL FIGLIO PERDUTO.
Dietro la misteriosa scomparsa di un ragazzo, c'è un insieme
innumerevole di segreti da svelare, per riportare alla luce un'agghiacciante
verità.
Dopo aver letto IL CONFINE DEL SILENZIO, LA RAGAZZA IN FUGA e LA RAGAZZA SENZA RICORDI,
credevo di aver già letto i romanzi migliori di CAROL LOUISE TAYLOR, ma, con IL FIGLIO PERDUTO, la scrittrice inglese si è superata.
È un ottimo, inedito e moderno, thriller psicologico che affianca agli
elementi tradizionali del genere una scrittura efficace, incisiva, dettagliata,
contemporaneamente interessante ed immediata. Ai caratteri grafici tradizionali,
in alcuni capitoli, compaiono anche gli emoticon, sempre più utili e rapidi,
più utilizzati e comunicativi, nei dialoghi della vita quotidiana, nelle nostre
chat come in quelle dei personaggi dei romanzi che leggiamo. Ottima tecnica per
creare quello stato di immedesimazione tra la vita del lettore e quella del
personaggio, nell'intreccio della nostra vita come nella trama del romanzo.
Seguire, da un lato, la protagonista, Claire Wilkinson, nella sua
disperata ricerca del figlio quindicenne, Billy, e, dall'altra, imparare a
conoscere l'adolescente, attraverso i suoi segreti o le sfumature del suo
carattere, così come emergono dai frammenti delle sue chat, è qualcosa di
particolarmente utile ed efficace per rendere interessante ed avvincente il
dipanarsi delle vicende. Il lettore resta legato al susseguirsi delle pagine,
nell'attesa di ritrovare il giovane Billy.
È un thriller psicologico che fa luce sulla vita segreta degli
adolescenti e racconta al meglio le ansie e tutto ciò che una madre è disposta
a fare per riabbracciare il proprio figlio.
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