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Sherlock Holmes e il Signore della notte
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All'improvviso la scorsa estate
La stagione degli innocenti
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L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome
I piaceri della notte
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Campari a colazione
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lunedì 25 gennaio 2016

La bambina numero otto di Kim van Alkemade



"A volte mi chiedo se esiste un limite al dolore che gli esseri umani sono capaci di infliggere ai propri simili."

Kim van Alkemade ha deciso di parlare del periodo del Nazismo, trattando aspetti spesso sottovalutati o poco trattati nelle pagine di storia. LA BAMBINA NUMERO OTTO parla di altri aspetti mostruosi di quel terribile periodo. Si sofferma sulla sorte dei bambini ebrei o orfani, in generale, lasciati a subire le torture della folle sperimentazione nazista in America. I bambini non erano nient'altro che cavie umane e, per chi sopravviveva, gli effetti nocivi sarebbero arrivati col tempo, molto, molto dopo ...

I sopravvissuti avrebbero intrapreso percorsi personali ed esistenziali finalizzati a dimenticare le atrocità subite, ignari che il male era ancora dentro di loro e non era soltanto psicologico. È il caso della bambina che, nel brefotrofio, aveva tatuato il numero otto. Troppo piccola per rendersi conto di che cure le erano state fatte, Rachel è cresciuta ed è diventata un'infermiera, con tanti segreti che fatica a raccontare anche a chi la circonda. È una persona fondamentalmente buona che, però, non ha ancora dimenticato il male subito: l'abbandono del padre, le cure non dovute, le torture, gli abusi di quanti hanno umiliato e martoriato il suo corpo innocente.

È una storia coinvolgente e sconvolgente. A tratti ha un impatto psicologico talmente forte che si fatica a sostenerne le mostruosità raccontate e a proseguirne la lettura. Infatti, è troppa l'empatia che si prova, da subito, per la giovanissima protagonista Rachel e le vicissitudini dolorose della sua vita.

La narrazione, a capitoli alternati, avvicenda eventi che scivolano dal passato al presente e così di seguito. La storia è un crescendo di emozioni, tristi e dolorose, di speranze e di pensieri che si ostinano a voler cercare quel qualcosa di positivo, anche nella dottoressa che la sottopose a quelle sperimentazioni, quando lei aveva solo cinque anni.

Adesso, quella dottoressa senza cuore, Mildred Solomon, è una paziente nella clinica per anziani dove Rachel lavora. Averla lì, nel suo ambiente di lavoro, la porta a riconsiderare tutti e a voler ricostruire i tasselli mancanti di quel passato che era troppo piccola per comprendere. Le parti si sono invertite. Adesso è Rachel a dover decidere a quali cure sottoporla, man mano che recupera i frammenti del suo passato doloroso che ha disperatamente cercato di cancellare. Rachel dovrà decidere se perdonarla o vendicarsi e la scelta le fa rivivere nuovamente l'inferno che credeva di aver definitivamente superato.  

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Compresi che l'ordine, a lungo andare, si ristabilisce da solo intorno alle cose (Raymond Radiguet)

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