Un fantastico romanzo che ho adorato dalla prima all'ultima pagina. È un
brevissimo romanzo biografico, un memoriale molto particolare, poiché il
protagonista, Kim Pyŏngsu, è affetto da Alzheimer e i suoi ricordi, annotati e
registrati costantemente sul suo taccuino o sul nastro, anche nell'arco della
narrazione tendono a sparire. Perciò, in alcuni momenti, sono i lettori ad
avere le idee più chiare del protagonista e questo è un effetto insolito, ma
particolare e gradito. È avvincente e coinvolgente anche per questo. Forse è
anche uno degli elementi che mi hanno fatta sentire più protagonista di Kim
Pyŏngsu, settantenne serial killer già da molto in pensione nella vita
lavorativa ed anche in quella segreta e criminale, ma alle prese con l'organizzazione
di un'ultima "memorabile", grande azione che metterà in salvo sua figlia
dall'uomo che le ronza intorno.
Simpatico al lettore, divertente e scorbutico a causa dell'Alzheimer, Kim
Pyŏngsu è un personaggio, ottimamente caratterizzato, che non si dimentica
facilmente ed entra nell'immaginario del lettore con tutti i suoi perché e i
suoi perspicaci ragionamenti sul nuovo serial killer in zona. Sì, perché
qualcun altro continua ad uccidere nel suo quartiere o meglio ha ripreso dopo
molti anni dal termine della sua carriera criminale. Sembra strano che due
predatori siano nello stesso territorio, ma, per quanto insolito, può accadere
e Kim Pyŏngsu si convince di poterlo identificare grazie al suo fiuto, sebbene
senta di non essere più quello di una volta.

Mi riservo anche di cercare i precedenti romanzi di Kim Young-Ha: ottimo
scrittore nello stile, originalissimo nell'intreccio, che è riuscito a sorprendermi
anche quando credevo di aver capito tutto.
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