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Dimmi il tuo segreto
Io la troverò
Dove si annida il male
Il confine del silenzio
Tutto ciò che resta
Io so perché canta l'uccello in gabbia
Africa, mon amour
Fiore di fulmine
Amore, Parigi e un gelato al pistacchio
La ragione dei sensi
Sherlock Holmes e il Signore della notte
Addio è solo una parola
All'improvviso la scorsa estate
La stagione degli innocenti
Scia di morte. L'ultimo viaggio della Lusitania
L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome
I piaceri della notte
Nessun ritorno
Campari a colazione
Per te qualunque cosa


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"Non discutere di cose di letto con tatto e discrezione. Potrei non capire di cosa parli." (L'ispettore Barnaby)

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domenica 4 ottobre 2015

Figli di Enea di Giovanni Spini e Enio Pecchioni

Il passato non è mai "barboso", come erroneamente si crede. In realtà, è fresco, vivido e brulicante di eroi. I luoghi archeologici più antichi della nostra penisola, oggi, sono troppo spesso bistrattati, non curati quanto incompresi. Ma antichi miti e leggende, con tracce di storia, riemergono dalle antiche pietre, raccontandoci l'inesauribile dramma dell'esistenza umana.

FIGLI DI ENEA, il testo scritto a quattro mani da Giovanni Spini e Enio Pecchioni, ci parla degli eroi e delle città italiche, ai confini tra storia e mito, in un modo esaustivamente approfondito e puntualmente interessante. È un ottimo saggio. Leggerlo è come fare una passeggiata tra gli antichi sassi con guide d'eccezione, pronte a raccontarci la storia partendo dalla mitologia. È un modo particolare di approfondire quelli che sono stati i cenni scolastici, per guardare oltre e con un interesse più maturo e consapevole.

La fantasia greca, anche nell'arte, non si limitò alle portentoso vicende delle divinità, ma vi affiancò una lunga falange di eroi, uomini di straordinaria virtù o valore che fecero, in vita, atti mirabili in favore dell'umanità.

Le città italiche hanno sempre ricollegato le proprie origini a figure mitologiche, intervenute per fondarle. Questo tentativo spesso è volto a rafforzare l'identità della città stessa. Ed è così che, ai nostri occhi, Fiesole fu creduta esser la prima città d’Europa, Viterbo divenne la capitale del mondo; Ulisse fu sepolto a Cortona, gli Argonauti giunsero in Etruria anziché in Colchide; e così via.

Quali imperscrutabili migrazioni di popoli si celano dietro questo intreccio di miti? In che modo fatti e protagonisti d'Italia si ricollegano alle realtà archeologiche delle «civiltà megalitiche», dei popoli italici e infine della «nazione» Etrusca?
Gli autori, già noti per le loro ricerche ai confini storiografici della realtà degli antichi, ci guidano in questa sorta di passeggiata archeologica, un viaggio che conduce verso le radici dell'identità italiana, tra «sogno mediterraneo» ed emancipazione italica.

È un saggio interessante, impreziosito da immagini, da collezionare, da non lasciarsi scappare.

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