Non ridevo tanto da tanto, tanto tempo. Simpaticissima la storia che
prende in giro il libro più famoso degli ultimi anni. Ideato sulla scia del
successo planetario ed in concomitanza con l’arrivo nelle sale dell’adattamento
cinematografico delle Cinquanta Sfumature, ironizza pesantemente sulle scene
più importanti del romanzo originale e crea anche un personaggio maschile più
simpatico e da apprezzare per le sue piccole debolezze. Le prime differenze
visibili sono nel nome che si scrive “senza H” e con una “I”
al posto della “Y”. Altra differenza, che lo rende un perfetto made in Italy, è che Cristian Grei, ragazzo
di trent’anni, vive a Campi di Bisanzio. È anche lui un imprenditore, come l’originale,
anche se di pompe funebri. A renderlo un essere umano e non
ultraterreno, come l’originale di E.L. James, ci sono il suo essere sempre
ansiogeno e petulante, un perfetto ipocondriaco, ma anche tremendamente
simpatico.
Però, nonostante il suo modo di essere, Cristian
Grei è bello, bello abbastanza da attirare gli sguardi delle donne, prima di
mandarle in visibilio, in estasi totale, quando rivela loro il proprio nome. Chi non vorrebbe incontrare Cristian Grei?
Quale
donna al mondo non vorrebbe andare a letto con lui?
L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI CRISTIAN GREI è il romanzo più bello e divertente, che ho letto nell’ultimo periodo, ed anche il più accattivante di quelli che ho letto di CHIARA PARENTI. Ho già letto ed apprezzato gli altri suoi due romanzi, ma questo è ad un livello superiore. Chiara Parenti ha saputo superarsi. La sua tecnica narrativa e le scelte lessicali, sempre più appropriate, segnano una svolta verso la maturità nella scrittura, che tuttavia dona estrema leggerezza nei contenuti.
Un romanzo ironico, ma romantico.
Una lettura da concedersi per ritrovare il buon umore.
Una storia da leggere e rileggere per ritrovare il sorriso.
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