"Il sapere non
è come la moneta, che rimane fissamente integra anche attraverso i più infami
baratti: esso è piuttosto come un abito bellissimo, che si consuma attraverso
l'uso e l'ostentazione. Non è così infatti il libro stesso, le cui pagine si
sbriciolano, gli inchiostri e gli ori si fanno opachi, se troppe mani lo
toccano?"
Un inquietudine intensa pervade l'ascoltatore, il quale resta profondamente
coinvolto durante l'ascolto di IL NOME DELLA ROSA, letto da Tommaso Ragno. Il tono
della sua voce è particolarmente incisivo e rigoroso e riesce ad accrescere
l'interesse del lettore-ascoltatore, mentre segue il dipanarsi delle vicende
del giovane novizio Adso da Melk in quello che è il suo percorso di formazione.
IL NOME DELLA ROSA è un interes- sante giallo medievale con
personaggi ottima- mente costruiti. Accanto ad Adso, pericolo-samente unito dalla
volontà di far luce sulle misteriose vicende legate all'antica abbazia benedettina,
c'è frate Guglielmo da Baskerville.
La loro indagine procede attraverso l'ingegno, l'intuito,
l'intelligenza personale, ma soprattutto grazie all'erudizione, quella già posseduta
e quella progressivamente appresa.
È un libro sulla potenza del sapere, su quanto sia importante la
conoscenza e quanto possa sedurre la possibilità di apprenderla, escludendone
gli altri.
È un romanzo di cui si è sempre molto parlato, il capolavoro di
Umberto Eco, un autentico libro formato mattone (più di 500 pagine), ma che
risulta piacevole da leggere (o, in questo caso, da ascoltare, grazie a Tommaso
Ragno) e da scoprire, pagina dopo pagine, nella sua complessità, nella
struttura narrativa, dove la suspense si fonde al ragionamento, lento e
meticoloso.
È un autentico capolavoro della letteratura italiana contemporanea
che tutti dovrebbero leggere (o ascoltare).
"L'unica verità è imparare a liberarci dalla
passione insana per la verità."
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