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sabato 28 febbraio 2015

L'importanza di chiamarsi Cristian Grei di Chiara Parenti

Non ridevo tanto da tanto, tanto tempo. Simpaticissima la storia che prende in giro il libro più famoso degli ultimi anni. Ideato sulla scia del successo planetario ed in concomitanza con l’arrivo nelle sale dell’adattamento cinematografico delle Cinquanta Sfumature, ironizza pesantemente sulle scene più importanti del romanzo originale e crea anche un personaggio maschile più simpatico e da apprezzare per le sue piccole debolezze. Le prime differenze visibili sono nel nome che si scrive “senza H” e con una “I” al posto della “Y”. Altra differenza, che lo rende un perfetto made in Italy, è che Cristian Grei, ragazzo di trent’anni, vive a Campi di Bisanzio. È anche lui un imprenditore, come l’originale, anche se di pompe funebri. A renderlo un essere umano e non ultraterreno, come l’originale di E.L. James, ci sono il suo essere sempre ansiogeno e petulante, un perfetto ipocondriaco, ma anche tremendamente simpatico.
Però, nonostante il suo modo di essere, Cristian Grei è bello, bello abbastanza da attirare gli sguardi delle donne, prima di mandarle in visibilio, in estasi totale, quando rivela loro il proprio nome.
Chi non vorrebbe incontrare Cristian Grei? 
Quale donna al mondo non vorrebbe andare a letto con lui?  

 
L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI CRISTIAN GREI è il romanzo più bello e divertente, che ho letto nell’ultimo periodo, ed anche il più accattivante di quelli che ho letto di CHIARA PARENTI. Ho già letto ed apprezzato gli altri suoi due romanzi, ma questo è ad un livello superiore. Chiara Parenti ha saputo superarsi. La sua tecnica narrativa e le scelte lessicali, sempre più appropriate, segnano una svolta verso la maturità nella scrittura, che tuttavia dona estrema leggerezza nei contenuti. 
Un romanzo ironico, ma romantico. 
Una lettura da concedersi per ritrovare il buon umore. 
Una storia da leggere e rileggere per ritrovare il sorriso.
 

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