n. 192 - Vi presento Joe Black. No, magari! Solo Penelope

Penelope, la chiamo così, mi ha chiesto di pubblicare la sua storia ed io lo faccio …
Ha 68 anni, una pensione da insegnante, una vita vissuta, che ora vuole raccontare.
Sarà mia ospite ogni martedì.

Sono rimasta un po’ a guardarlo quest’uomo che non conosco bene, ma con cui sta già succedendo qualcosa e mi sono detta che la passione ti entra nel sangue come una droga e una volta che l’hai presa non puoi più farne a meno.
Gliel’ho detto.
No, gli dico. Lo faccio in quel preciso istante.
«Quando la passione ti entra nel sangue, è come una droga e non puoi più farne a meno.»
Il cameriere ci sta mettendo sul tavolo le nostre ordinazioni: un caffè e un cappuccino, insieme ad un piatto con dei biscotti.
Antonio mi guarda, mi dà una di quelle occhiate che dicono, pur non dicendo niente.
Allontanatosi il cameriere, la sua occhiata cambia. È quella di chi si sta chiedendo se io con lui faccio sul serio. Poi guarda dentro la sua tazza, come per leggere la risposta alla sua domanda.
All’improvviso attacca a parlare bruscamente: «Sì, però, non mi dici niente di te. Vuoi fare la misteriosa o mi vuoi tenere lontano dalla tua vita? Mi vuoi tenere lontano dalla vita tua e di tuo marito, quel luminare del cazzo della mente umana.»
Mi è venuto da ridere ed ho riso. Ho anche pensato che Antonio, il tipo davanti a me è completamente pazzo.
“Cosa vuole da me?” ho pensato.
Stare con lui mi ha messa di buon umore.
L’ho guardato e gli ho sorriso.