Crimini d’odio e famiglie Amish.
Il fascino malinconico dei vari aspetti della, troppo tranquilla, vita
Amish è il punto di partenza del successo dei romanzi di Linda Castillo.
Apprezzo i suoi libri, forse proprio perché ambientati in una comunità
che predilige le regole della vita semplice. Ne ho letti i primi 3 della serie
che hanno come protagonista il capo della polizia di Painters Hill, Kate
Burkholder. Dopo Costretta al silenzio e La lunga notte, il nuovo thriller, In
un vicolo cieco, torna a scalfire la tranquilla routine del lavoro di Kate
Burkholder e della comunità Amish da cui lei stessa, da adolescente, si è
allontanata. La sua esistenza attuale, durante le indagini, torna puntualmente
a scontrarsi con i ricordi e la violenza, messa a tacere, del suo passato.
In
un vicolo cieco quattro ragazzini amish restano orfani dopo un
orribile incidente, avvenuto in un capanno, mentre in città piccoli reati,
aggressioni e molestie, mettono in luce la presenza di crimini d’odio nella
tranquilla cittadina di Painters Hill, dove convivono, non sempre
pacificamente, Englischer e Amish.
Alcune elementari preghiere della vita semplice recitano: “Nessuno dovrebbe abbandonare i suoi”
perché “Dio non abbandona i suoi”, ma In
un vicolo cieco non è affatto così. Dio sembra non volersi prendere cura dei
pacifici Amish che subiscono vessazioni di ogni tipo e, a causa del loro stile
di vita e della diffidenza verso le forze dell’ordine, rifiutano di
collaborare.
Copertina originale |
Niente denuncia corrisponde a nessun reato, ma la questione è
diversa quando ci sono quattro orfanelli da proteggere. Per Kate Burkholder
diventa una faccenda personale, vitale, e, ad aiutarla, c’è il solito collega, amante
e amico, John Tomasetti, che la affianca per i casi con indagini
particolarmente complicate.
In
un vicolo cieco è un caso complesso, coinvolgente, che si sviluppa
su due fronti di indagine per individuarne i nessi. È una storia che riesce ad
interessare il lettore, grazie ai meccanismi della suspense e alla sintonia che
si è ormai instaurata verso chi svolge le indagini. Nonostante siano svariati i
“ vicoli ciechi” in cui si ritrovano le indagini, la narrazione non ha punti
morti e procede tenendo viva l’attenzione del lettore, con colpi di scena ad
effetto. Lo stile narrativo è perfettamente scorrevole. La soluzione del caso
è, ancora una volta, più sconvolgente e movimentata di quanto ci si aspetti.
2 commenti:
Il tempo m'è tiranno e non ho letto il tuo post!
Voglio solo donarti un abbraccio ed augurarti un sereno di buon tutto!
ciao Pupottina, grazie per questa interessante recensione, ci si inoltra in un mondo a noi sconosciuto, che ha subito negli anni ingiustizie e soprusi, se e' un giallo ancora meglio, per gli amanti di questo genere, ciao complimenti, buona giornata rosa.)
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