Le
mie aspettative non sono state deluse ed inoltre ho trovato più di quanto mi
aspettassi. L’ambito medico è stato ottimamente sviluppato. Certo le mie
conoscenze, in quel settore, sono limitate e andavo a fiducia, ma qualcosa in
più mi è rimasta, oltre la componente romanzata.
Ad
avermi colpita e sorpresa è stato il periodo storico, non attuale, ma nemmeno medioevale
e soprattutto non inflazionato da altri romanzi. Il primo rigo del primo
capitolo riporta a margine una data, il 1° marzo 1968. Decisamente un bel
periodo da approfondire con tutti i fermenti politici in atto e i mutamenti dal
punto di vista sociale. Lo scrittore stesso, nella nota a fine romanzo, cita il
saggio da cui ha preso spunto per rendere storicamente credibile la sua opera.
Si
alternano capitoli strettamente medici con il protagonista, il dottor Kenneth
Philbin, da poco reduce da un’esperienza nella guerra del Vietnam, intorno cui
ruotano i suoi amici (in primis il palermitano Claudio Simone) a quelli in cui
attraverso la radio e la televisione parlano i politici del periodo e palesano
gli eventi in corso, compreso l’assassinio di Martin Luther King il 4 aprile
del 1968 a Memphis e quello di Bobby Kennedy a Los Angeles il 6 giugno.
Gli
eventi narrati arrivano fino al luglio del 1969 e si svolgono in America a
Washington. È sorprendente come lo scrittore abbia mescolato insieme le varie
componenti del suo thriller, fatto di anatomia, storia e tanta, tanta arte, ma
anche suspense, sesso e vicende personali, fino ad ottenere un ottimo
risultato. Una lettura che scorre piacevolmente sin da subito e si dipana attraverso
un intreccio ordito ad arte e non privo di colpi di scena.
Se
il personaggio buono è il giovane, affascinante e professionalmente preparato dottor
Kenneth Philbin, a fargli da antagonista è un killer che unisce conoscenze
mediche a una passione spiccatamente artistica. Scoprire il messaggio nascosto
dietro ogni omicidio, richiederà sapienti ricerche che il protagonista
analizzerà e svelerà, rendendoci partecipi.
Sono
soddisfatta di essere arrivata alla soluzione del giallo un minuto prima di
Kenneth. Forse sto diventando troppo brava o forse fa parte della tecnica dell’autore
di aiutare il lettore, grazie al ragionamento, ad immedesimarsi così tanto
nelle vicende narrate, da arrivare alle stesse conclusioni. Aspetto di sapere
se anche per voi è stato così piacevole entrare nell’indagine contro l’artista
della morte e smascherarne chi ne è l’artefice.
Voi, l'avete letto? Che cosa ne pensate?
Vi è piaciuto? Siete appassionati di medical thriller?
Vi piacciono i romanzi ambientanti nel 1968?
4 commenti:
Buon Giorno Pupottina :)
No, non il libro di cui parli. Ottima recensione la Tua, invogli a leggerlo. Non amo molto i Thriller, anche se qualcuno lo leggo, come quelli dello scrittore Glenn Cooper, che sapientemente mischia la realtà, apparentemente assurda, con la fantasia.
Grazie per il suggerimento.
Buona Domeca, un abbraccio :)
Ma quanti romanzieri gialli a Barcellona! Quel Barrio Gotico fa miracoli di ispirazione, anche quando le storie sono ambientate in altre parti della città catalana o altrove! :))
Ma ne scovi di continuo ......
BUona serata domenicale Pupy miao
Personalmente mi trovo in netta contraddizione con quanto da te recensito (ma il mondo è bello perché vario, no?). Ho trovato il libro molto banale, troppo schematico e disconnesso, troppo "semplice" nel suo voler essere enigmatico e soprattutto poco originale (Mi ha ricordato un po' il Codice da Vinci per la scelta delle modalità degli omicidi). Mi è parso immediatamente palese chi fosse il killer, appena è apparso, e per come si è presentato rispetto agli altri personaggi, ho trovato noiose le parti storiche in quanto per nulla legate alla storia principale; interi capitoli a descrivere la situazione politica senza che questa porti nulla alla storia principale. Prova a rileggerlo eliminando le parti storiche (io l'ho fatto), ti accorgerai di come queste siano totalmente inutili alla storia ed il libro si legga perfettamente anche senza (Alcuni accenno storici vanno bene per contestualizzare gli avvenimenti, ma secondo me ha lasciato troppa disgiunzione tra il fatto storico e la trama). Poi gli stratagemmi utilizzati dallo scrittore per depistare i sospetti dal killer...davvero troppo elementari ("...mmm e se fosse lui il killer? In effetti quel giorno non era al lavoro..." dai, davvero troppo banale). Come ovvio la parte di medicina è stata affrontata in maniera magistrale e maniacale. Alla fine in una giornata di spiaggia l'ho finito, nel complesso comunque concordo, si lascia leggere, senza infamia e senza lode, per essere il suo primo libro non è male. Grazie per lo spazio dedicatomi...ciao
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