Cari Amici Blogger,
Pupottina vi parla di
un libro riguardante il cinema.
Tutti guardiamo un
film, andiamo al cinema e siamo portati a commentare ciò che abbiamo visto, ciò
che, vuoi o non vuoi, il film ci ha trasmesso, le sensazioni che chi era dietro
la cinepresa ha voluto comunicarci. Se il messaggio è passato, allora è giusto
parlarne. Questo è un po’ l’esperimento letterario che ha fatto William Dollace
con il suo Delirio Cinefilo. Il titolo del libro, ve lo anticipa Pupottina,
prima che lo leggiate anche voi, è azzeccato. William Dollace lo dice
tranquillamente di se stesso: più che essere uno specialista del genere per
definizione, è uno che va oltre la “critica” ufficiale delle parole che come
fossili attribuiscono valore a ciò che i film rappresentano.
Il suo Delirio cinefilo (2009) è più che altro un “compendio di ossessioni”, in cui, al cinema, ci si trova in una situazione più o meno come questa: “i camminatori vengono gettati in una pira di fuoco e le uniche mani che si toccano davvero tra di loro sono quelle di svegli e addormentati, affinché non si sia mai troppo sicuri di essere da una parte o dall’altra, come in un’araldica di dita intrecciate piantate su un’astronave”.
Il suo Delirio cinefilo (2009) è più che altro un “compendio di ossessioni”, in cui, al cinema, ci si trova in una situazione più o meno come questa: “i camminatori vengono gettati in una pira di fuoco e le uniche mani che si toccano davvero tra di loro sono quelle di svegli e addormentati, affinché non si sia mai troppo sicuri di essere da una parte o dall’altra, come in un’araldica di dita intrecciate piantate su un’astronave”.
Il Delirio, per definizione di Philippe Brenot, “è una costruzione mentale lontana dalla realtà, caratterizzata da un’irrazionale, erronea e irremovibile convinzione relativa al contenuto del delirio”. E’ questa l’impronta che viene data ad un libro che si occupa di cinema e di film in un’ottica tutta nuova. Non è un normale dizionario del cinema, anche se il libro rientra nel genere, ma èuna selezione scelta, un compendio di film spiegati in un modo molto speciale. Non è un libro fotografico, con immagini del film stampate, ma illustrate dalle parole di William Dollace che suggeriscono più di un significato e vari spunti di riflessione per approfondirli.
Per citarvi soltanto alcuni
dei registi che potete trovare in questo compendio: Danny Boyle, Wong Kar-Wai,
Kim Ki-Duk, David Lynch, Brian De Palma, Woody Allen, Francis Ford Coppola, Riddley Scott,
Niels Muller, Quentin Tarantino, Clint Eastwood, Rob Zombie, N. Night
Shyamalan, Nanni Moretti, Gus Van Sant, Oliver Stone, Giuseppe Tornatore,
Michael Moore e tanti altri ancora …
Vi starete già
rendendo conto che William Dollace nel suo libro richiama quasi la tecnica sperimentale
tanto cara ai futuristi, con un’impaginazione fuori dalle normali regole.
Nelle foto delle pagine ne avete
qualche esempio.
SINOSSI
Delirio cinefilo è un’opera di F-C-N-D (Fantasia
Cinefilogorroica Neologistica Dilettantistica) senza alcuna valenza
"critica". Questi scritti [attenzione, alcuni di essi potrebbero rivelare parti intime di
"trame"], sono pseudo restituzioni parolaie delle immagini
cinematografiche, sono trasfigurazioni, migrazioni, trasmutazioni,
superfetazioni, gemmazioni antropo-illogiche, un sottoprodotto del delirio
applicato al Cinema e pertanto un sottoprodotto della fantasia dove ogni
riferimento a fatti e persone e categorie della società, stereotipi e
immaginari collettivi è puramente casuale, frutto dell’immaginazione e non
rappresenta nessuna vera Realtà, nessuna presunta Realtà, tantomeno la Realtà.
VOTO 8
Voi, l'avete letto?
Il cinema vi dà ancora
spunti di riflessione?
spunti di riflessione?
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