Anna Seghers, LA SETTIMA CROCE
Germania, 1936. Nel campo di concentramento di Westhofen, sul lato corto
della baracca III, si ergono sette tronchi di platani con delle assi
inchiodate ad altezza delle spalle di un uomo. Fahrenberg, il comandante
del campo, un pazzo colto da improvvisi accessi d’ira e di crudeltà, ha
ordinato quello strano allestimento con un fine preciso: quei tronchi
sono le sette croci su cui ha giurato di appendere i sette uomini che
hanno osato evadere da Westhofen: Wallau, Füllgrabe, Beutler, Belloni,
Aldinger, Pelzer, Heisler, uomini piegati da dozzine di interrogatori,
sofferenze e torture. Uomini che hanno scelto la fuga perché persuasi
che soltanto la morte possa salvarli o, all’opposto, perché mossi da un
insopprimibile istinto di sopravvivenza...
Isabel Colegate, LA BATTUTA DI CACCIA
Nella sua stupenda tenuta di campagna dell’Oxfordshire, Sir Randolph
Nettleby tiene ogni anno una rinomata «battuta di caccia», cui accorrono
illustri membri dell’aristocrazia europea, tra i quali addirittura, in
passato, le maestà imperiali Edoardo VII e il Kaiser. Nel 1913, accolti
da Sir Randolph, dalle moglie Lady Minnie e dalle figlie Ida e Cicely,
giungono a Nettleby esponenti di primo piano della nobiltà britannica.
Tra balli, cene e amabili conversazioni a castello, il loro soggiorno si
rivela, tuttavia, estremamente incerto e pericoloso. Sir Hergesheimer
trascorre una notte d’amore con la disponibile Aline, moglie
dell’altezzoso lord Hartlip; il conte Tibor si dichiara a Cicely, che
dopo qualche titubanza lo respinge. Nel cestino della carta straccia, un
domestico ritrova una compromettente lettera d’amore di Sir Lionel
Stephens. Nella tenuta, fa poi la sua comparsa una bizzarra figura
d’utopista che, volendo inscenare un’azione dimostrativa contro la
carneficina della caccia, si materializza goffamente mentre si
incrociano i tiri dei cacciatori. Così, tra gelosie appena coperte dalla
buona educazione edoardiana, passioni insospettate e segreti
inconfessabili, esplode la tragedia che mostra l’intera fatuità
dell’esistenza del tempo.
Rex Stout, I RAGNI D'ORO
Pete Drossos, ragazzino dodicenne che a tempo perso porta soldi a casa
lavando vetri ai semafori, si reca a casa di Nero Wolfe raccontandogli
il caso di un tipo dalla faccia losca in macchina con una misteriosa
bionda che si sarebbe inutilmente agitata in cerca di soccorso. Come al
solito, Wolfe è restio a occuparsi della vicenda, ma il ragazzino viene
ucciso e la ricchissima Laura Fromm chiede il suo personale aiuto:
inutile dire che anche la donna viene brutalmente eliminata, così come
un certo Martin Birch, legato alla Fromm da un’associazione in favore
dei profughi. Tutti e tre gli omicidi ruotano intorno alla stessa
automobile. Nonostante la sua proverbiale misoginia, il pachidermico
Wolfe decide di risolvere personalmente il caso per dimostrare di
meritarsi i diecimila dollari versatigli da Laura Fromm prima di venire
uccisa: farà luce su una storia che vede implicati avvocati e tipi poco
raccomandabili, e che gira intorno a una turpe storia di ricatti nel
mondo delle associazioni di volontariato.
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