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lunedì 9 novembre 2015

NOVITA' BEAT di Natale

Anna Seghers, LA SETTIMA CROCE

Germania, 1936. Nel campo di concentramento di Westhofen, sul lato corto della baracca III, si ergono sette tronchi di platani con delle assi inchiodate ad altezza delle spalle di un uomo. Fahrenberg, il comandante del campo, un pazzo colto da improvvisi accessi d’ira e di crudeltà, ha ordinato quello strano allestimento con un fine preciso: quei tronchi sono le sette croci su cui ha giurato di appendere i sette uomini che hanno osato evadere da Westhofen: Wallau, Füllgrabe, Beutler, Belloni, Aldinger, Pelzer, Heisler, uomini piegati da dozzine di interrogatori, sofferenze e torture. Uomini che hanno scelto la fuga perché persuasi che soltanto la morte possa salvarli o, all’opposto, perché mossi da un insopprimibile istinto di sopravvivenza...

Isabel Colegate, LA BATTUTA DI CACCIA

Nella sua stupenda tenuta di campagna dell’Oxfordshire, Sir Randolph Nettleby tiene ogni anno una rinomata «battuta di caccia», cui accorrono illustri membri dell’aristocrazia europea, tra i quali addirittura, in passato, le maestà imperiali Edoardo VII e il Kaiser. Nel 1913, accolti da Sir Randolph, dalle moglie Lady Minnie e dalle figlie Ida e Cicely, giungono a Nettleby esponenti di primo piano della nobiltà britannica. Tra balli, cene e amabili conversazioni a castello, il loro soggiorno si rivela, tuttavia, estremamente incerto e pericoloso. Sir Hergesheimer trascorre una notte d’amore con la disponibile Aline, moglie dell’altezzoso lord Hartlip; il conte Tibor si dichiara a Cicely, che dopo qualche titubanza lo respinge. Nel cestino della carta straccia, un domestico ritrova una compromettente lettera d’amore di Sir Lionel Stephens. Nella tenuta, fa poi la sua comparsa una bizzarra figura d’utopista che, volendo inscenare un’azione dimostrativa contro la carneficina della caccia, si materializza goffamente mentre si incrociano i tiri dei cacciatori. Così, tra gelosie appena coperte dalla buona educazione edoardiana, passioni insospettate e segreti inconfessabili, esplode la tragedia che mostra l’intera fatuità dell’esistenza del tempo.

Rex Stout, I RAGNI D'ORO

Pete Drossos, ragazzino dodicenne che a tempo perso porta soldi a casa lavando vetri ai semafori, si reca a casa di Nero Wolfe raccontandogli il caso di un tipo dalla faccia losca in macchina con una misteriosa bionda che si sarebbe inutilmente agitata in cerca di soccorso. Come al solito, Wolfe è restio a occuparsi della vicenda, ma il ragazzino viene ucciso e la ricchissima Laura Fromm chiede il suo personale aiuto: inutile dire che anche la donna viene brutalmente eliminata, così come un certo Martin Birch, legato alla Fromm da un’associazione in favore dei profughi. Tutti e tre gli omicidi ruotano intorno alla stessa automobile. Nonostante la sua proverbiale misoginia, il pachidermico Wolfe decide di risolvere personalmente il caso per dimostrare di meritarsi i diecimila dollari versatigli da Laura Fromm prima di venire uccisa: farà luce su una storia che vede implicati avvocati e tipi poco raccomandabili, e che gira intorno a una turpe storia di ricatti nel mondo delle associazioni di volontariato.

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