La finalista premio Strega, Lorenza Ghinelli ha uno stile narrativo
splendido e personalissimo. L'ho adorat in CON I TUOI OCCHI, ma in SOGNI DI SANGUE, nonostante lo stile
narrativo e lessicale e l'originalità della storia, non è riuscita a
convincermi pienamente. In questo racconto breve non mi convince il personaggio
di Enoch, che avrebbe potuto essere reso meglio, con più sfaccettature. I troppi
accenni alla sua psicologia l'hanno reso, ai miei occhi, troppo confuso e
velato. Se questo era il proposito dell'autrice non rientra nei miei gusti
letterari. Troppa confusione, forse per la brevità del genere, e poca
incisività anche nel personaggio della madre.
Enoch è un ragazzino di tredici anni, costretto a portare dei tutori di
metallo che lo rendono facile bersaglio delle prepotenze dei suoi coetanei che
lo prendono di mira. Lui ne soffre e presto da oppresso e vittima si trasforma
in oppressore e predatore contro quei bulli che l'hanno additato e deriso.
Infatti, quando si addormenta, Enoch misteriosamente diventa più letale
di una legione di demoni. Avvolta nel mistero è la sparizione del suo peggiore
aguzzino e altrettanto è il ritrovamento di uno strano ciondolo risalente
all'antico Egitto
La madre di Enoch, Dorotea è una donna algida e imperturbabile, con una
passione viscerale e morbosa per le scienze occulte e forse conosce meglio di
chiunque altro il segreto di suo figlio.
Molti altri misteri si nascondono anche nella loro casa, al di sotto
della quale tanti altri esseri mostruosi brulicano e strisciano pronti a
diffondersi attraverso le fogne nel resto della città.
In questo racconto, molto altro poteva essere sviluppato con meno
accenni vaghi e più dettagli.
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