A casa di Nero Wolfe, questa volta, “Sulla soglia c’era un essere umano di sesso femminile, di vent’anni o
poco più, provvisto di due occhi fuori ordinanza, di un bel personale sano, di
una valigia di pelle meravigliosamente lustra e di una cappelliera.”
È una donna, in elegante abito color pesca, che resta misteriosa per
poco e riesce a destare in Wolfe la sua proverbiale avversità per il genere
femminile. Ovviamente, di tutt’altro avviso è Archie Goodwin, che ne resta
all’istante sedotto, non solo dall’avvenenza, ma anche dal carattere deciso.
Infatti, la donna misteriosa, che si rivela essere Priscilla Eads, ha le idee
chiare su cosa pretende dagli inquilini della casa di arenaria sulla
Trentacinquesima Ovest.
Conosce a menadito la casa e sa in quale stanza
alloggerà per una settimana. In lei è tutto mistero e seduzione, peccato che
non vada a genio a Wolfe, che la mette alla porta e, quindi, il cuore infranto
di Archie Goodwin può solo sognare la tenerezza di quel sentimento, che avrebbe
potuto essere.
Perché Priscilla Eads voleva alloggiare in casa Wolfe e non in un
albergo? Forse ha sentito parlare della cucina di Fritz Brenner, il cuoco svizzero
francofono, di cui l’investigatore privato Nero Wolfe si pregia di essere il
padrone? O forse è perché, se lei fosse rimasta, Archie Goodwin avrebbe avuto
vita facile e sarebbe stato ricambiato dalla gentil donzella?
Non lo sapremo mai, perché qualcuno trama contro di lei. Infatti, prima
viene trovata morta la sua domestica, poi la stessa Priscilla.
Per il misogino Nero Wolfe, le donne acquistano importanza solo da
morte, poiché lui è un investigatore specializzato in omicidi.
Tra fantastiche orchidee, la verità viene alla luce, un petalo dopo
l’altro, un indizio dopo l’altro, perché niente è impossibile per Nero Wolfe.
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