È un romanzo che ha un doppio titolo in
Italia. In alcune edizioni, come la mia, è “L’idolo d’oro”. In altre, è “Il
segreto dell’idolo d’oro”. Ma è sempre Edgar Wallace a firmare questo giallo
classico che, in versione origine, è intitolato “The Golden Hades” del 1929.
In questo giallo, Wilbur Smith, agente dell'FBI,
è perplesso. Già due volte ha visto banconote contrassegnate con un sinistro
simbolo: un Plutone d'oro. Per l’appunto, l’idolo d’oro, tanto misterioso e
soprattutto pericoloso.
La prima volta quel simbolo è comparso
in relazione alle indagini su una banda di gangster mascherati, la seconda
volta nel corso di indagini relative a un omicidio.
Ogni volta che appare quel simbolo,
insomma, c'è sotto un reato.
Così, quando le banconote con la
misteriosa stampigliatura compaiono per una terza volta, Wilbur Smith non può
fare a meno di avvertire un sottile brivido che gli segnala un pericolo
imminente.
Qualcosa sta per succedere. Qualcuno è in pericolo. Ma chi, quando,
come?
Questa, in sostanza, è la situazione
iniziale che appare avvincente, ma che nello sviluppo non risulta molto
convincente.
Il mistero si fa sempre più fitto.
Personaggi strani fanno il loro ingresso
sulla scena.
Oltre a Wilbur Smith, c’è anche Peter
Correlly, personaggio altrettanto interessante, ma non abbastanza.
Sommariamente, concludo che non è dei
migliori.
Più interessanti i 3 racconti in
appendice della mia edizione del 1990.
1 commento:
ciao
devo iniziare a leggere i gialli. Mi hanno regalato un po' di gialli della Mondadori.
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