È un romanzo che non ha una sua stagione prediletta per essere letto. GLI
AMANTI DI VICO SAN SEVERINO inizia alle soglie del Natale, ma può essere letto
in qualsiasi periodo dell’anno, soprattutto se chi lo legge è alla ricerca di
un ottimo giallo con un tocco di humour. In Italia, e non solo, il genere giallo
appassiona moltissimo, soprattutto quando ha come valore aggiunto la simpatia
dei personaggi e un contorno d’arte e di stupende cornici nostrane. In particolare,
in questo romanzo, accanto alle vicende delittuose e alle intricatissime
indagini, ad essere protagonista è Napoli con la sua gente, la sua cultura, la
sua storia.
Per chi è già stato catturato dalla Sicilia di Andrea Camilleri o dalla
Toscana di Marco Malvaldi, è il turno della Napoli di Nicola Manzò che, un
capitolo dopo l’altro prende vita e sembra quasi uscire dalle pagine.
A condurre le indagini è il commissario Alfredo Renzi, padano doc,
quarant’anni suonati da un pezzo, catapultato in una città sconosciuta, alla
testa di una squadra di uomini dei quali ancora non ricorda nemmeno il nome. Quando
i suoi subalterni sembrano non bastargli, Renzi ricorre ai frequentatori del
barbiere: Ettore Montesomma, il proprietario della barberia; Pierino, un
settantenne, considerato il ragazzo di bottega; Tantillo, detto Gùgol, efficace come motore di ricerca
di internos, la rete dei vicoli; Enza la Ribelle, al secolo come Vincenzo
Mazzella, trans dal cuore tenero e sensibile; e zia Mariuccia, l’indovina, che
con le sue carte è in grado di vedere tutte
‘e ccose.
La prima indagine, che Alfredo Renzi trova al suo arrivo, è quella di
una coppia di amanti trucidati nel loro letto. Apparentemente, sembra un caso
già risolto, grazie alla sua pluriennale esperienze, ma niente e come appare e
i retroscena delle indagini porteranno alla luce “personaggi sepolti” e “veri e
propri tesori”.
GLI AMANTI DI VICO SAN SEVERINO di Nicola Manzò è il primo romanzo di una
serie, che già si preannuncia fortunata e con un titolo davvero accattivante: “I
delitti del barbiere”. È stato proprio il titolo che mi ha subito incuriosita,
mentre a conquistarmi sono stati i retroscena delle indagini, l’umanità di
Renzi e, non da ultima, la magia della città di Napoli, raccontata quasi come
se si partecipasse ad un tour turistico.
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