Per il giorno della memoria, quest'anno ho deciso di leggere LA SARTA
DI DACHAU.
L'autrice, Mary Chamberlain, professoressa di storia a Oxford, ha
scelto di pubblicare questa storia per esordire nell'ambito letterario,
romanzando una vicenda verosimilmente storica che intreccia un dramma tutto
femminile con le crudeli pagine del Novecento. Mary Chamberlain ha ideato
questa storia un po' per caso: mentre sfoglia un saggio sulla seconda guerra
mondiale, scopre il mistero del vestito da sposa di Eva Braun, l'amante di
Hitler, disegnato da una sarta sconosciuta. In quel preciso momento la sua
fantasia comincia a viaggiare, immaginando una ragazza deportata in un campo di
concentramento che ha il sogno di diventare stilista. Questa è a genesi di La
sarta di Dachau, il primo struggente romanzo di Mary Chamberlain.
La storia inizia a Londra nel 1939, quando la protagonista
diciassettenne, Ada Vaughan, sogna il suo futuro fatto d'amore e di splendidi
abiti alla moda, abilmente modellati dalla sua mano di apprendista modista.
Quando un elegante uomo inizia a corteggiarla, le sembra di vivere un
sogno, dando poca importanza al fatto che parla tedesco. Lui, seducente ed
elegante, che bada poco a spese, le propone un viaggio a Parigi. Però, il romantico
viaggio da cui sarebbe tornata con un anello al dito, si trasforma in un incubo
che la porta nell'inferno del campo di concentramento di Dachau. Ada si
aggrappa con tutte le forse al suo sogno romantico per rimanere in vita e, a
guerra finita, tornare a casa dalla sua famiglia.
Le donne naziste, invece, nonostante la guerra, non hanno smesso di
vestire abiti alla moda e la bravura di Ada la porta a toccare ancora sete e
tessuti preziosi dai quali ricavare abiti da sogno.
Ada è un esempio di coraggio. È duro per una ragazza ingenua come lei
scoprire quanto è crudele e malvagio il genere umano, soprattutto in periodo di
guerra. È una ragazza che diventa donna e continua a lottare anche quando tutto
sembra perduto.
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