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Dimmi il tuo segreto
Io la troverò
Dove si annida il male
Il confine del silenzio
Tutto ciò che resta
Io so perché canta l'uccello in gabbia
Africa, mon amour
Fiore di fulmine
Amore, Parigi e un gelato al pistacchio
La ragione dei sensi
Sherlock Holmes e il Signore della notte
Addio è solo una parola
All'improvviso la scorsa estate
La stagione degli innocenti
Scia di morte. L'ultimo viaggio della Lusitania
L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome
I piaceri della notte
Nessun ritorno
Campari a colazione
Per te qualunque cosa


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mercoledì 25 giugno 2014

Novità: TITOLI MUSICALI COLLANA GARGOYLE ACCADIMENTI

GARGOYLE con ACCADIMENTI si apre alla MUSICA.
Prime uscite: MARCO MENGONI, J-AX e MORGAN

MARCO MENGONI - In viaggio
Storia di un talento in cerca di se stesso
(FABRIZIO GIANUARIO, Collana “Gargoyle Accadimenti”, pp. 176, € 18)
Una dettagliata ricostruzione della nascita, crescita e definitiva affermazione di Marco Mengoni nel panorama musicale italiano
All’inizio c’era Marco, talentuoso ventenne vincitore di “X Factor” 3. Poi è venuto il Re Matto di Credimi ancora, terzo classificato alla sessantesima edizione del Festival di Sanremo ed esuberante e misterioso protagonista di un fulminante successo fatto di dischi di platino, un tour pieno di sold out e riconoscimenti da record, come il Best European Act agli MTV Europe Music Awards. Poi è stata la volta di un Marco Mengoni riflessivo e profondamente introspettivo, ancora un po’ Re, ancora molto Matto, in lotta con la sua immagine di fenomeno da talent show e alle prese con un bisogno di crescita e maturazione personale e musicale. Un Marco che, però, con l’uscita del suo primo long playing Solo 2.0 non ritrova il successo che lo aveva accompagnato nell’anno precedente. E, a tratti, non ritrova se stesso, fin quasi a perdersi, fin quasi a decidere di mollare tutto. Quindi arriva il momento di un Marco non più Re e, più che matto, fortemente determinato a rimettersi in gioco assecondando con coraggio la sua urgenza di crescita e cambiamento che, questa volta, è radicale. Rompe con la sua squadra di lavoro, si apre a nuove collaborazioni e mette in piedi un nuovo team. Sperimenta con il Tour Teatrale un Marco più semplice di quello proposto fino a quel momento ed entra nuovamente in studio. Partecipa alla sessantatreesima edizione di Sanremo con L’essenziale, e vince. E da lì riparte il suo successo, più grande di come non lo avesse mai vissuto, che si fonda su un progetto discografico importante, solido, che stabilisce una netta cesura con il suo passato e che rispecchia un rinnovato e più essenziale Marco Mengoni.

Dal trionfo alla III edizione del talent show “X Factor” a Incomparable – la versione in spagnolo del brano L’essenziale, vincitore al 63° Festival di Sanremo –, quello di Fabrizio Gianuario è il racconto puntuale dei cinque anni di carriera che hanno portato Marco Mengoni ad affermarsi come uno degli esponenti di spicco del nuovo pop italiano.
La messa a fuoco dell’artista e del personaggio si dispiega in un inestricabile collage di parole, esperienze, aneddoti espressi dal cantautore sui giornali e i social network, in radio e in Tv, seguendo il filo rosso di un coraggioso e coinvolgente percorso di crescita umana e professionale.
Un percorso che ha la fisionomia di un vero e proprio viaggio, all’interno del quale la musica riflette le tappe di un cammino che è segnato dalla costante ricerca di un’armonia tra il desiderio di esprimersi in assoluta libertà e la necessità di definire a livello stilistico una personalità musicale in cui riconoscersi ed essere riconosciuto.
Un viaggio a cui hanno preso parte alcuni dei nomi più importanti della musica italiana – tra cui Elisa, Lucio Dalla e Ivano Fossati – e che sta ora conducendo Marco –primo italiano ad aver conquistato il Best European Act agli MTV Europe Music Awards – sul mercato iberico con la versione in spagnolo del disco #Prontoacorrere.

Fabrizio Gianuario (Roma 1976). Laureato in Filosofia con una tesi in Estetica Musicale, ha scritto voci musicali per l’Enciclopedia Treccani. È musicista e autore di musiche per teatro, cinema e televisione. Giornalista e critico musicale, ha diretto il settimanale di spettacoli Roma c’è.
 
J-AX il JOKER
(FEDERICO SCOPPIO, Collana “Gargoyle Accadimenti”, pp. 117, € 14.90)
Più di venti anni fa: due ragazzi che si fanno chiamare J-Ax e Dj Jad fanno il loro ingresso nel rap italiano con il nome di Articolo 31 e con il loro primo lavoro Strade di città. Ax, uno dei migliori Master of Cerimonies della scena italiana, piazza testi belli, duri, efficaci sopra i beat di Dj Jad. Il featuring di Chief ci sta bene, lui e Ax duettano alla grande. Quali sono le carte vincenti? Anzitutto questa miscela tra l’hip hop e la canzone italiana, quando i testi, anche quelli più sentimentali come Solo per te,non diventano mai banali, stucchevoli. E poi la musica: sempre nello stesso pezzo ci sono famosissime basi di Big Poppa di Notorius B.I.G. e Funky Drummer di James Brown, molto rallentata rispetto al campione originale. Sono ancora grezzi i due ragazzi della provincia di Milano, incazzati col mondo e con tanta voglia di rivincite, però è proprio la loro spontaneità che colpisce molto.

Tra i più significativi esponenti dell’hip-hop italiano e tra i principali artefici del suo sdoganamento nel nostro Paese, J-Ax – pseudonimo di Alessandro Aleotti – è oggi una delle personalità pop-rock più trascinanti del panorama nazionale. Dopo oltre un ventennio di carriera, successi vertiginosi di vendite (si pensi solo a quello dell’album Così com’è degli “Articolo 31”– 6 dischi di platino e 600.000 copie vendute), collaborazioni e attestazioni di stima prestigiose (Lucio Dalla, Francesco Guccini, Pino Daniele e Fabio Fazio che lo invita a prendere parte alla puntata tributo a Enzo Jannacci di “Che tempo che fa” nel 2011), J-Ax è finalmente considerato dalla critica e dalla stampa mainstream e non più ridotto a espressione di mero “tamarrismo”, forte di un rapporto di fiducia che l’artista ha saputo instaurare con quel mondo giovanile delle grandi periferie urbane, altrimenti difficile da raggiungere ed entusiasmare e che, invece, lo segue sin dai suoi esordi.
Soffermandosi incisivamente sulla cultura hip-hop e rap in cui J-Ax nasce e matura, il libro di Federico Scoppio ne ripercorre l’intero itinerario musicale e umano: dalla scatenata entrata in scena degli “Articolo 31” alla carriera solista, intermezzata dall’interessante parentesi de “I due di Picche”con Neffa, passando per fortune, imprevisti, passioni (a cominciare dai tatuaggi e le Harley Davidson) e amori (quello con la fotomodella statunitense Elaina Coker, sposata nel 2007), fino all’esplosiva esperienza di coach di Suor Cristina, l’acclamatissima vincitrice della seconda edizione di “The Voice”, il talent show di Rai 2.
Emerge la figura di un uomo e artista di animo e sensibilità grandi, estremamente attento al mondo che lo circonda, con più cura nei sentimenti e nelle sfumature di quanto si possa credere a primo impatto.

MORGAN
(FEDERICO SCOPPIO, Collana “Gargoyle Accadimenti”, pp. 165, € 18)
Crede nella musica. Nel rock’ n’ roll e in quella classica. Crede nei buoni libri, nei grandi poeti. Crede nelle persone e si comporta come un fuorilegge della musica italiana. Artista fuori dalle mode, fuori dagli schemi, conosciuto al grande pubblico per aver fondato i Bluvertigo e per essere il giudice più vincente di “X Factor”. Gentiluomo dalle parole indovinate, le citazioni colte, uomo libero e passionale, Morgan è uno dei migliori prodotti della musica italiana degli ultimi venti anni. Ma non per tutti. Per alcuni troppo disordinato e lunatico, per altri un genio, per altri ancora un grande truffatore. Intenso, comico, lirico e rockeggiante in ogni uscita, ha riempito le pagine dei nostri giornali per la sua musica, forse ancor di più per le sue tormentate storie di amore, le passioni e i vizi – anche quelli illegali – che lo hanno portato ad essere, spesso frettolosamente, giudicato. Misterioso quanto basta, sicuramente maledetto al punto giusto, Morgan ha delle qualità ineluttabili.

Cantautore, polistrumentista (chitarra, pianoforte, sintetizzatore, basso elettrico), performer carismatico, intellettuale della musica leggera, poeta decadente, rocker dissoluto, dandy anticonformista, mattatore di talent show, star della Tv popolare, protagonista del gossip. E ancora, produttore discografico, regista d’opera, direttore artistico, attore, figurante, compositore di colonne sonore, doppiatore, imprenditore di vino.
Chi è Marco Castoldi, in arte Morgan? Talento precocissimo – i suoi primi brani li compone appena sedicenne con il nom de plume Markooper (Prototype e Dandy bird & Mr contraddiction) –, Morgan trova un complice e alleato in Andrea – Andy – Fumagalli (che suona le tastiere, il sassofono e il sintetizzatore) con il quale fonda prima i Golden Age e poi, nel 1994, dà vita ai Bluvertigo, gruppo che incide decisamente nella scena pop-rock-elettronica italiana della metà degli anni Novanta con gli album “Acidi e basi”, “Metallo e non metallo” e “Zero” – la cosiddetta Trilogia chimica – e sodalizi diversamente audaci – l’esperimento “Canone inverso” (1999) assieme ai poeti Alda Merini, Manlio Sgalambro, Murray Lachlan Young e a Enrico Ghezzi, la condivisione del brano Discolabirinto con i Subsonica. Dopo la cocente delusione dell’ultimo posto della canzone L’assenzio a Sanremo 2001 e la pubblicazione della raccolta “Pop Tools”, pur senza sciogliersi ufficialmente, i componenti della band – che, oltre a Morgan e ad Andy, comprendono il chitarrista Livio Magnini e il batterista Sergio Carnevale – diversificano i percorsi artistici.
Morgan inizia così una carriera solista di impressionante intensità e vigore. Vince due Premi Tenco – con l’album di inediti “Canzoni dell’appartamento” (2003) e come interprete del remake “Non al denaro, non all’amore né al cielo” (2005), album di Fabrizio De André del 1971 ispirato all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters; rivisita, in una personalissima cifra postmoderna, grandi come Rodolfo De Angelis, Charles Aznavour, Domenico Modugno, Umberto Bindi, Sergio Endrigo, Piero Ciampi, Gino Paoli, Luigi Tenco, Giorgio Gaber, Pino Donaggio; avvia collaborazioni vertiginose: quelle, già rodate assieme ai Bluevertigo, con Franco Battiato (è tra gli attori di Perdutoamor, primo film dell’artista siciliano del 2003) e Alice, e poi con Mauro Pagani, Modena City Ramblers, Edoardo Bennato, Patty Pravo; compone per il cinema – le colonne sonore dei film Ingannevole è il cuore più di ogni cosa di Asia Argento e Il siero della vanità di Alex Infascelli, entrambi del 2004, e del mediometraggio Il quarto sesso di Marco Costa (2006); esordisce come regista teatrale con Il Matrimonio Segreto, opera in due atti con libretto di Giovanni Bertati e musica di Domenico Cimarosa; conquista il pubblico più vasto come giudice, esplosivamente sagace, del talent show “X Factor”: per cinque edizioni vincono i cantanti da lui scelti e addestrati – tra i quali Marco Mengoni e Chiara Galiazzo.
Tale multiforme successo non è esente da parentesi negative, come quella provocata dalla discussa intervista rilasciata al mensile “Max” in cui Morgan si dichiara a favore del crack come antidepressivo, ciò gli procura l’esclusione dal Festival di Sanremo 2010 e una dolorosa – poi ricomposta – diatriba con l’ex compagna Asia Argento per la patria potestà della figlia Anne Lou.
Unica biografia non ufficiale su Morgan finora pubblicata, il libro del giornalista Federico Scoppio non trascura nulla attorno a questo artista inquieto, ambizioso, onnivoro e smagliantemente eclettico, alternando la più acuta critica musicale al racconto avvincente di una vita densa di cose, sollecitazioni, richiami, incontri, eventi, epifanie, coups de théâtre.

Federico Scoppio (Roma 1975), giornalista, scrittore, autore e regista radiofonico. Scrive di Spettacolo e Società su diverse testate del gruppo L’Espresso-la Repubblica. Collaboratore di lungo corso del quotidiano il manifesto, del free press Leggo e del settimanale Famiglia Cristiana. È autore di Miles Davis (Editori Riuniti 2004), Mika (Gargoyle Accadimenti 2013). Ha condotto e scritto programmi per Radio3 Rai (“Storyville” e “Fuochi”) e curato la regia di programmi per Radio 1 (“Stereo Notte”) e Radio2 (“Musical Box”).

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Compresi che l'ordine, a lungo andare, si ristabilisce da solo intorno alle cose (Raymond Radiguet)

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