Allora, l’assassino è … No, non ve lo dico, perché troppo facile e poco
gratificante. Il bello di un libro è proprio l’addentrarsi nelle vicende,
comprenderne i personaggi con le sfumature del loro carattere e dei loro
comportamenti, seguendo le indicazioni che lo scrittore di turno ci lascia
filtrare durante la sua narrazione. Questa volta il merito di tanta creatività
va a Nele Neuhaus, scrittrice tedesca famosa per Biancaneve deve morire,
romanzo che precede quello di cui vi parlo e che ho già incluso nella mia wish
list, fra le letture obbligate.
Ferite profonde ha il mio totale feedback positivo. È innegabilmente un
thriller ricco di tutto: non solo suspense, intreccio e indagini investigative
ad alto livello, ma tanti efferati delitti (con una media di un delitto ogni 24
pagine) e tantissimi personaggi di cui conoscere la storia, i segreti, le bugie
e, soprattutto, di cui sospettare. Le indagini si svolgono a ritmo serrato e a
condurle sono una coppia di investigatori che sanno il fatto loro, Oliver von
Bodenstein e Pia Kirchhoff. Nomi complicati, come quelli di tutti i personaggi,
ma una volta che ci si addentra nella storia, seguirli passo dopo passo, mentre
indagano e intrecciano le loro vite con i casi da risolvere, che si sommano l’uno
agli altri, tutto entra in un’ottica diversa e la finzione narrativa si compone.
Se amate i grandi romanzi con famiglie numerose, apparentemente tranquille e
prive di segreti, questo è il thriller che fa per voi.
Inizia con l’omicidio di David Joshua Goldberg, 92enne ebreo appena
tornato in Germania dopo 60 anni trascorsi negli Stati Uniti. Le modalità
dell’omicidio fanno pensare a una vera e propria esecuzione: un colpo alla nuca
sparato mentre la vittima era in ginocchio. Ancora più sconcertanti poi sono i
ritrovamenti successivi: un numero misterioso, 16145 (che può essere qualsiasi
cosa), scritto col sangue su uno specchio e un tatuaggio in tutto e per tutto
identico a quello delle SS. Un ebreo con un tatuaggio nazista non può essere
reale, qualcosa non torna: l’uomo ha vissuto una vita nella menzogna. E non è
il solo. Presto il commissario capo Oliver von Bodenstein e la collega Pia
Kirchhoff devono inoltrarsi nella vita della vittima e nella fitta rete delle
sue amicizie, mentre rapidamente la situazione si complica e vengono uccise
altre due persone: un uomo di 86 anni e una donna di 88, entrambi giustiziati
con un colpo alla testa esploso da una vecchia pistola risalente alla seconda
guerra mondiale. A legare le vittime, oltre all’età avanzata e al misterioso
numero 16145, è anche il fatto che tutte e tre fossero state invitate all’85esimo
compleanno di Vera Kaltensee, una ricca vedova della zona.
Ferite profonde vi riporta all’atmosfera della trilogia Millennium
larssoniana, poiché la trama avvincente non manca di coinvolgere il lettore
negli intrighi familiari dei Kaltensee, dove tutti nascondono qualcosa, che non
vogliono nessuno sappia. Bugie e menzogne si sovrappongono alterando la realtà,
confondendo gli avvenimenti storici, riportando indietro gli orrori del nazismo
e intrecciandoli a vendette familiari che il tempo non ha cancellato. Mentre il
vecchio rancore esplode e le vittime aumentano numericamente, soltanto
Bodenstein e Pia possono riportare a galla la verità e fermare la nuova ondata
di orrore.
Originale, imprevedibile, sconvolgente e con un finale inimmaginabile. Le
verità nascoste sono così tante che è complicato districarsi nell’intreccio tra
i personaggi ed è proprio questa componente a rendere interessante e piacevole da
leggere questo thriller.
3 commenti:
Bene, un libro da portarsi in vacanza.
Sempre un piacere e una sorpresa leggere i tuoi consigli... Un bacio
Mi sembra che in qualche modo vada a sfiorare temi storici da non dimenticare, quale l'esecrabile trascorso nazista della Germania.
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