C’è chi sogna di partire in vacanza tutto l’anno e chi prende e parte.
Non è questo il caso. La famiglia Destrooper ha programmato la partenza e,
quando finalmente arriva il giorno, non immagina tutta una serie di
contrattempi, dai più banali, come il ritardo per il trucco della signora, ai
più inimmaginabili, come un po’ di omicidi. Il tutto, però, è uno spasso, un divertimento
continuo e l’unico “ma”, il più grande, è che siano solo 200 pagine. Se ne
vorrebbe avere almeno altre 500, per continuare a morire dalle risate e scusate
il gioco di parole. ;-)
Veniamo alla famiglia e a come è composta: il capofamiglia (anche se
chiamarlo così è una parola grossa) è Alfonse, detto Fonske, un uomo poco
dedito alle esigenze delle persone su cui dovrebbe vegliare; la moglie Josette,
fissata per il trucco e con sogni da gran diva; i due figli, un maschio e una
femmina, Steven (come Steven Seagal, l’attore di action movie, più botte e
sparatorie che vera azione) e Lourdes (come la figlia di Madonna),dei veri
scansafatiche, dediti all’hashish (il primo con il casco sempre in testa, anche
se non ha il motorino, e la seconda sempre con le auricolari per ascoltare
musica hip-hop); e infine la madre di Josette, la “terribile” suocera. Già
descritti così, non possono che conquistarvi e farvi impazzire dalle risate.
Almeno Pupottina li ha trovati irresistibilmente la parodia di vari luoghi
comuni che fanno ridere e suscitano simpatia, ilarità, divertimento.
Raccontati così non si possono immaginare gli eventi raccontati, i cambiamenti
di alcuni personaggi che si rivelano un’autentica sorpresa, al di là di ogni ipotizzabile
aspettativa.
Vi starete già chiedendo chi tra loro è il serial killer … Sì, fra di
loro c’è chi ne combina qualcuno di omicidio, pur accidentalmente e nel modo
più goffo e poco razionale che possiate immaginare, ma se vi dicessi chi è vi
toglierei il bello del libro. Comunque, non è il pluriomicida seriale del
titolo del libro. Infatti, ce n’è un altro di serial killer, autentico nel vero
senso della parole, già incriminato, condannato ed evaso da una prigione di
massima sicurezza. Quindi, i serial killer nel romanzo sono due. Un o una serial killer per caso e uno che lo è davvero. Il vero serial killer, però, ha
deciso che è in vacanza e non vorrebbe dover lavorare, ma troveranno il modo di
fargli fare qualche lavoretto, essendo specializzato nel suo mestiere. Anche i
serial killer, in fondo, sono uomini che vanno presi con le buone.
Il serial killer del titolo, quello del mestiere, è un altro
personaggio del quale, di proposito, non vi ho parlato. Nei capitoli riguardanti
lui viene un po’ narrata la sua infanzia e come e per quale motivo è nata o si
è manifestata la sua vera natura criminale. Il tutto è sempre fatto con un’ironia
grottesca e noir, dove la risata è assicurata e la riflessione sulla banalità
dell’esistenza e del destino non sono esenti.
Il genere umano è così vario, sebbene sia poi uniformato nelle esigenze,
nelle aspettative, nelle azioni, dettate dalla quotidianità e dalla routine. Non
vi dico nemmeno chi è l’altro personaggio che vi sorprenderà. Certo è che le
vite di tutti saranno irrimediabilmente trasformate e brevemente raccontate
nel, più o meno, giusto epilogo di queste vicende.
Se anche voi state pensando alle vacanze, forse
dovreste leggerlo questo libro per vedere cosa potrebbe capitarvi, se non
prendete le giuste precauzioni e non prestate la doverosa attenzione ai vari
eventi. Vi consiglio questo libro divertentissimo, che si legge allegramente
ridendo, anzi lo si divora ed è un ottimo modo per ammazzare il tempo libero.
Parola di Pupottina!
L’avete letto? Vi è piaciuto?
Voi, come le immaginate le vostre vacanze?
E se un serial killer incrociasse la vostra strada, da cosa lo
riconoscereste?
E se scopriste una vostra natura criminale?
2 commenti:
Il bello della vita sta nei contrattempi.
Ciao, ho finito questo libro alcuni giorni fa! Che dire, secondo me è un libro molto furbo e pieno di personaggi visti e rivisti (con una nonnetta ninfomane e alcolizzata si fa sempre colpo), abbonda di puntini di sopsensione che, in una scrittrice professionista, trovo abbastanza imperdonabilli, e alla fine il continuo sottolineare il "codice etico" del serial killer è molto irritante!
E' un po'il "parente povero" di "In viaggio contromano", di Zadoorian. Comunque ok per una lettura di svago e senza sorprese.
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