“La pioggia diventa sempre più forte, e il tuono in lontananza brontola
perché il fulmine non l’ha aspettato”.
Solo un assaggio per introdurre un romanzo che ha tutti gli ingredienti per essere considerato un autentico capolavoro, un romanzo perfetto fatto di personaggi cui ci si affeziona proprio per le loro umane imperfezioni. Un romanzo sull’amore, sulla maternità, sul senso di colpa, sulla guerra, sulla morte, sulla giustizia, ossia su ciò che è giusto o sbagliato.
Solo un assaggio per introdurre un romanzo che ha tutti gli ingredienti per essere considerato un autentico capolavoro, un romanzo perfetto fatto di personaggi cui ci si affeziona proprio per le loro umane imperfezioni. Un romanzo sull’amore, sulla maternità, sul senso di colpa, sulla guerra, sulla morte, sulla giustizia, ossia su ciò che è giusto o sbagliato.
A volte si fanno cose, credendo di non nuocere agli altri. A volte le
si fanno per egoismo. In altre si crede o si spera che nessuno verrà a saperlo …
ma quanto si potrà sopportare il senso di colpa?
Spesso si crede di vedere negli accadimenti della vita coincidenze o
segnali che il destino ci manda.
È sempre molto difficile prendere la decisione giusta e a volte si è
davvero convinti di averlo fatto, cioè di agire nel bene.
La miseria umana emerge con tutta la sua prepotente consapevolezza in
questo romanzo, scritto per essere apprezzato, compreso, per far riflettere intimamente
il lettore che ne subisce gli eventi, vedendo se stesso e il proprio agire in
quello dei personaggi.
Si resta anche conquistati ed affascinati dall’ambientazione del
romanzo: l’Australia, fatta di oceano, luce e spazio. Il periodo storico è di poco
successivo agli anni della Prima Guerra Mondiale.
Ci sono due madri che soffrono ed un’unica figlia, vista sia come dono
sia come proprietà. “Sono la figlia che hai sempre voluto. Adesso sei tu mia
madre. E nessuno lo verrà a sapere.”
C’è un uomo che vuole fare sempre la cosa giusta, perché ne ha viste
troppe sbagliate.
C’è la guerra nel ricordo di tutti. La guerra che ha trasformato il
loro modo di vedere la vita e di pensare al futuro.
C’è un bellissimo faro dove si è costretti a vivere in solitudine, a
contatto con la natura, e dove si rischia di impazzire per l’insopportabile
isolamento, poiché lì tutte le emozioni si acuiscono, sia positive sia
negative.
Non mancano: l’amore, in tutte le sue forme; l’ossessione del ricordo; la
psicologia che distingue fra giusto e sbagliato; il mistero di un noir; le
indagini di un poliziesco; le fasi procedurali di un legal thriller; le potenti
descrizioni che delineano la natura, attraverso vigorose e sfumate pennellate.
C’è tutto in questo romanzo, intimamente psicologico, che è un reato
non leggere. È uno di quei libri che influenzano la vita e che riescono
introspettivamente a parlare al cuore e alla mente. I lettori ideali per questo
libro sono sia uomini che donne. A ognuno questo libro può trasmettere
qualcosa. Il lettore può essere d’accordo o in disaccordo con l’agire dei
personaggi, ma non può non riflettere sulle scelte che prendono, immedesimarsi,
commuoversi, comprendere e giustificare le loro motivazioni.
“A volte la vita si dimostra
dura. A volte ti dilania. E a volte, quando pensi che sia già successo il
peggio, torna indietro a prendersi un altro morso.”
Voi, l’avete letto? Vi è piaciuto?
Fino a dove si può spingere il desiderio di maternità di una donna?
C’è disperazione più grande per una donna di non riuscire ad essere
madre?
I figli sono di chi li partorisce o di chi li cresce?
È giusto ferire un’altra persona per proteggere qualcuno che ami?
Può essere che a volte chiamiamo amore quella che in realtà è una forma
di egoismo?
Che cosa può essere giusto o sbagliato tentando di fare il bene dei
bambini?
5 commenti:
L'ho letto e mi è piaciuto moltissimo!!
i tuoi post come sempre mi incantano brava
Poni in questo post domande molto profonde. Penso che il desiderio di maternità si possa spingere fin dove non si pone a rischio la vita, sia della madre che degli embrioni. Non considero valide quelle tecniche che fecondano tanti ovuli per poi lasciarli in frego... sono esseri viventi!!!
Per me i figli sono di chi li cresce, perchè i nove mesi nell'utero sono di grande importanza, ma quello che si vive e si trasmette durante la vita, i valori, l'amore, non sono da meno.
Volevo dirti che ti ho nominata per un premio, perchè considero il tuo blog tra quelli che più mi appassionano e perchè tu sei un'amica!!! ciao a presto
Penso soprattutto a quante esistenze abbia sconvolto la Prima Guerra Mondiale, compresa la lontanissima Australia, chiamata a fare versare anch'essa il sangue o a fare sconvolgere psicologicamente l'esistenza dei suoi giovani migliori.
Sembra interessante...
In questo periodo ho meno tempo per leggere... e sono stressata molto!
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