Catastrofico. Non
il libro L'ultima eclissi di James Rollins, ma il genere del libro che, per mutazione dal linguaggio
cinematografico, potremmo definire tale per inquadrarne il genere: romanzo d’avventura di genere
catastrofico e a tratti anche con spunti di fantascienza. Questo libro è come un film
d’azione, di sottogenere catastrofico, ossia come uno di quei film in cui già
dalle prime scene vengono presentate le vite di vari personaggi o gruppi,
molto differenti fra loro, che non si accorgono dei segnali di un imminente disastro.
Ed è esattamente questo che vivono i personaggi immaginari di questo libro (Doleen
McCloud a San Francisco, Jimmy Pomautuk nelle Isole Aleutine in Alaska, Jeffrey
Hessmire ad Hagatna, nella Terra di Guam). Tutti assistono a parte di una
catastrofe che inizia con un terremoto durante l’eclissi totale del sole e
rischia di diventare la più grande minaccia per il genere umano.
Per i cinesi, l’eclissi significa che il corso degli eventi sta per
cambiare. Ne accade una ogni vent’anni.
Cosa accadrà durante
questa, è presto detto, o meglio, scritto.
“Il vento odora di tempesta”. “Onde azzurre e vortici rossi vivaci che
risalgono in alto verso il cielo. È l’aurora boreale provocata fuori stagione
dai brillamenti solari nella stratosfera, come una forma di pioggia di
particelle energizzanti”. Ed è solo l’inizio, fra movimenti tellurici e
catastrofi varie.
Un libro che va
bene sia per le donne che per gli uomini alla ricerca di una super avventura. È un romanzo ricco di tecnicismi. Non manca, infatti, il
linguaggio specialistico dell’archeologia e soprattutto non dimentichiamo che l’autore
è un grande che nella scrittura, oltre alla creatività, include le sue altre
due passioni, la speleologia e le immersioni subacquee, punti forti di questo
romanzo avventuroso.
È difficile parlarvi
di questo libro senza correre il rischio di svelarvi troppo. Per questo motivo,
vi lascio alla trama e al voto.
Okinawa, 25 luglio. Nessuno
aveva mai creduto a suo padre. Invece adesso Karen Grace ha davanti a sé
l’indiscutibile conferma delle sue teorie: due enormi piramidi di metallo,
emerse dall’oceano in seguito a un violentissimo terremoto, e coperte di scritte
in una lingua sconosciuta. Elettrizzata, Karen sfida il coprifuoco per recarsi
a studiare quello straordinario reperto, ma un gruppo di uomini armati la sta
aspettando…
Guam,
25 luglio. È un’emergenza nazionale quella che
costringe Jack Kirkland, ex agente della US Navy, a rientrare in servizio: l’Air Force One è precipitato nel
Pacifico, trascinando verso una morte orribile il presidente degli Stati Uniti.
Tuttavia, quando giunge sul luogo dell’incidente, Jack non trova traccia né dei
superstiti né delle scatole nere: c’è solo un gigantesco pilastro, coperto di
scritte in un idioma incomprensibile, che ha attirato a sé i rottami
dell’aereo, come se fosse un gigantesco magnete. Jack però capirà ben presto
che svelare il mistero di quell’antica colonna è solo il primo passo per
fermare la catena di catastrofi naturali che si è abbattuta sulla Terra e che
rischia di sterminare l’intero genere umano.
VOTO 9
*** AVVISO SPOILER ***
Chi non ha letto
questo libro ed ha intenzione di farlo, non
continui a leggere, perché nel commento di seguito, Pupottina svelerà molte parti,
unicamente per stimolare un dibattito con chi lo ha già letto.
Si passa da un inizio con capitoli brevissimi, dove ci sono micro
sequenze, e si fa appena in tempo a individuare il personaggio che già cambia la
scena e si parla di un altro. Il lettore paziente sa di dover aspettare che il
giro dei capitoli relativi ai protagonisti ricominci, mentre man mano se ne
aggiunge un altro.
Oltre ai personaggi
dei brevi capitoli iniziali, se ne aggiungono altri in un secondo giro, con
capitoli più lunghi e dettagliati (Jack Kirkland, prima, nell’isola di Wake nel Pacifico
centrale, poi, nell’atolo di Enewetak e poi un po’ dappertutto in veste di
eroe; Karen Grace, archeologa, nell’isola di Okinawa in Giappone; e David
Spangler nella sede del potere, cioè alla Casa Bianca) ed anche un terzo giro (George
Klein a bordo della nave Deep Fathom; Lawrence Nafe, anche lui, alla Casa
Bianca; e Fendinand Cortez nella Base Neptuno nel Pacifico Centrale). Credo che
non me ne sia sfuggito nessuno di questi personaggi che hanno contribuito alla
riuscita di un altro romanzo di successo per James Rollins. Come dice Rollins
in persona: “Nessun uomo è un’isola e di certo nessuno scrittore lo è”. Infatti,
come lo scrittore si fa aiutare da specialisti nei settori non di sua competenza, anche i suoi
protagonisti coadiuvano tra di loro, chi più chi meno, a seconda dei loro mezzi.
Tra il tentativo di decifrare strani geroglifici e lo scoppio di una guerra fra
Paesi, mentre le isole sprofondano nel mare perché probabilmente gli dei le
hanno reclamate, insieme ad una serie di altre calamità naturali, non sono pochi i
colpi di scena, di natura ambientale o dei personaggi, che vi coinvolgeranno in
questa lettura, dove lo stile e la bravura di James Rollins sono
inconfondibili.
Voi l’avete letto? Vi
è piaciuto?
Qual è il vostro
personaggio preferito?
Cosa vi ha
entusiasmati di più di questa avventura?
2 commenti:
Questo libro mi è stato appena regalato.
Lo leggerò al più presto.
Buona domenica.
A presto.
Più che la trama, in questo caso vorrei finalmente sottolineare - non l'ho mai fatto prima bene, invero - l'efficacia espressiva del tuo scrivere recensioni (se così le vogliamo chiamare).
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