Chi è LA SCONOSCIUTA di cui parla MARY KUBICA nel suo ultimo romanzo, dal
titolo omonimo?
Il lettore o la lettrice se ne accorge presto che la situazione, all'inizio
apparentemente lineare, non lo è affatto. Tutto procede esattamente come MARY KUBICA ci ha abituati, ossia attraverso sottilissimi e perversi giochi
psicologici e dettagli da cogliere, tra le azioni e gli sguardi, di cui si deve
cercare il senso profondo, connotativo, che spazia verso l'oltre, smarrendosi
per i meandri della mente umana. L'importante sta sempre in quanto viene detto,
ma anche nel non detto, nei pensieri, che scivolano tra le righe, per cercare dubbi
e far scaturire confusione: tra ciò che è vero e ciò che non lo è.
"In che misura credi di
poter conoscere realmente una persona?"
Eccolo il grande interrogativo su cui si costruisce questo thriller
psicologico, che è un sorprendente intreccio di pause riflessive e crescente
suspense.
Chi è LA SCONOSCIUTA del titolo? È forse l'adolescente misteriosa, con
una neonata tra le braccia, che trascina con sé una vecchia valigia malandata? Oppure
è l'affidabile assistente sociale, moglie e madre di famiglia, che la vuole
aiutare? Chi o cosa c'è, nel mezzo, tra le due donne? Perché il loro legame
diventa sempre più morboso, pericoloso e potenzialmente esplosivo? Cosa si cela
nel passato di entrambe che le porta, contemporaneamente, ad unirsi e dividersi?
Me lo sono chiesta ed ho trovato la risposta. MARY KUBICA non si ripete
mai. È diversa dal primo romanzo, ma, anche questa volta, ha creato una storia
complessa, intricata ed originalissima che parte da un punto di partenza comune
e quasi banale: una stazione, luogo di incontro per le moltitudini
problematiche umane.
LA SCONOSCIUTA è il suo secondo sconvolgente romanzo, destinato ad
essere un nuovo bestseller mondiale.
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