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La stagione degli innocenti
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martedì 18 agosto 2015

Piccoli esperimenti di felicità di Hendrik Groen



La “Hendrik Groen mania” è contagiosa e divamperà anche in Italia, così come è accaduto in Olanda. Già dall'interessantissimo e accattivante titolo, PICCOLI ESPERIMENTI DI FELICITÀ intrappola nella sua rete di serenità, quotidianità e curiosità della durata di un anno, perché tanto dura il diario che porterà alla fatidica decisione.  

Hendrik Groen ha 84 anni e un quarto e vive ad Amsterdam, nella casa di riposo "Lieto Tramonto", ma ogni sei settimane circa, ha un appuntamento fisso o "quasi": va a trovare la moglie, malata di sindrome maniaco depressiva, ricoverata in un istituto specializzato.

È un uomo intelligente e in forma, per la sua età: di più rispetto ai suoi amici, ma meno di quanto vorrebbe. Hendrik, però, è anche uno che non si piange mai addosso. La vita declina lentamente, ma lui non si arrende, almeno non subito. È un attento osservatore di tutto ciò che accade sia nel suo piccolo universo sociale sia nello scenario politico internazionale. È uno che riflette molto e vuole dire la sua su ogni cosa, ma a volte tiene a freno la lingua per educazione e cortesia. Per fortuna, non è quello che accade nel suo diario, dove Hendrik Groen non ha peli sulla lingua. Parla di tutto: dei suoi piccoli dolori privati, come la morte a quattro anni della figlia, e intimi, come i suoi problemi di "sgocciolamento"; parla dei suoi amici alla casa di riposo; dei suoi ricordi; della vita degli ultraottantenni in generale; dei problemi della sanità pubblica; della politica internazionale; del nostro Berlusconi; ecc.

La svolta nella vita di Hendrik avviene quando decide di non essere solo quello che gli altri credono che lui sia, ossia un uomo affidabile e gentile, ma decide di dare voce al suo se stesso sconosciuto, per l'esattezza quello che avrebbe voluto dire no, ma ha detto sì, e si è ritrovato in una situazione diversa da quella che avrebbe desiderato.

Ha deciso di tenere il suo diario per un anno, al termine del quale renderlo pubblico. Pian piano ha anche scoperto che questo suo progetto di scrivere un po' ogni giorno lo fa sentire sereno e rilassato: è davvero terapeutico, come dicono. Nel diario, lui non nasconde niente di quello che accade nell'ospizio dove vive.

Gradualmente ci si affeziona a Hendrik, ai suoi amici (Ever, Edward, Grietje, Eefjee e Graeme) e ai suoi tanti conoscenti che ruotano nel suo universo esistenziale. Gradualmente, si entra nel vivo del club VEMAMIMO, ovvero vecchi-ma-mica-morti, il cui significato è espressione dell'ottica goliardica con la quale gli anziani del gruppo vivono quel che resta loro da vivere, senza rinunciare a niente, ma provando a realizzare i loro desideri o ciò che può allietare le loro esistenze, poiché "finché ci sono progetti c'è vita". Lo stesso Hendrik scopre, anche per se stesso, che avere belle prospettive è importante per mantenere la voglia di vivere.

Lo stile scivola dal semiserio al comico, ma anche dal romanticamente nostalgico al commovente. Hendrik è l’anziano che si vorrebbe abbracciare. Con la sua delicata ironia, il signor Groen porta il lettore del suo diario a riflettere su temi delicati e attuali come la qualità della vita degli anziani nelle case di riposo, i costi della pubblica assistenza e la scelta personale dell'eutanasia. È un libro che fa sorridere, riflettere e rattristare, ma fa tutto parte della vita ed il segreto sta proprio nel riuscire ad accettare tutto quello che ci capita, lottando con caparbietà per cambiarlo.

Hendrik Groen è lo pseudonimo dietro il quale si cela un misterioso scrittore che ha trovato il modo di conquistare un vasto target di lettori parlando loro della vita con le sue piccole e grandi difficoltà.

"Così si fa: continua a vivere e fai quello che ti piace."

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