MAYA ANGELOU
Io so perche' canta l'uccello in gabbia
BEAT - 240 pagine - euro 13,90
EAN 9788865592625
Edizione originale SUPERBEAT
EAN 9788865592625
Edizione originale SUPERBEAT
Pubblicato per la prima volta nel 1969, Io so perché canta l’uccello in gabbia
è uno dei libri fondamentali del Novecento, uno tra i migliori mille
libri di sempre, secondo larga parte della stampa e delle riviste
letterarie americane.
Descrivendo i primi anni
della sua straordinaria esistenza, Maya Angelou vi celebra la voglia di
vivere, la bellezza del pensiero e la disarmante sensibilità di una
bambina e poi di un’adolescente nera nell’America razzista del secolo
scorso.
Il libro muove dall’arrivo di Maya, tre
anni, e di suo fratello Bailey, quattro anni, a Stamps, nell’Arkansas.
Spediti nel profondo Sud a casa della nonna, dopo la separazione dei
genitori. È la stagione in cui i luoghi appaiono ancora sotto la luce
magica dell’infanzia. Maya vive con la nonna e lo zio nel retro
dell’Emporio di cui Momma (così viene chiamata la nonna) è proprietaria
da tempo e, tra granaglie per i polli, cherosene, lampadine, stringhe,
lozioni, palloncini e semi di fiori, gioca ininterrottamente con Bailey,
come in un luna park senza guardiano.
Nell’America degli anni Trenta, tuttavia, eroi e orchi, incanti e orrori accompagnano inevitabilmente l’esistenza di una bambina di colore. Eroi, per Maya, sono i raccoglitori di cotone che scendono dal retro de gli autocarri, si piegano giù fino a terra e, stanchissimi, le dita tagliate, le schiene, le spalle, le brac cia, le gambe sfinite, si assembrano nell’Emporio. Orchi sono i «ragazzi» bianchi del Ku Klux Klan che, con gli occhi pieni di odio e le facce di pietra, calano a Stamps e costringono lo zio di Maya e gli altri neri a nascondersi tra gli escrementi del le galline. Orco è Mr. Freeman, l’amico della mamma, un uomo grande, grosso e flaccido che a St. Louis, in Missouri, una sera di primavera l’attira a sé.
Nell’America degli anni Trenta, tuttavia, eroi e orchi, incanti e orrori accompagnano inevitabilmente l’esistenza di una bambina di colore. Eroi, per Maya, sono i raccoglitori di cotone che scendono dal retro de gli autocarri, si piegano giù fino a terra e, stanchissimi, le dita tagliate, le schiene, le spalle, le brac cia, le gambe sfinite, si assembrano nell’Emporio. Orchi sono i «ragazzi» bianchi del Ku Klux Klan che, con gli occhi pieni di odio e le facce di pietra, calano a Stamps e costringono lo zio di Maya e gli altri neri a nascondersi tra gli escrementi del le galline. Orco è Mr. Freeman, l’amico della mamma, un uomo grande, grosso e flaccido che a St. Louis, in Missouri, una sera di primavera l’attira a sé.
Opera magnifica, fatta
di urla, suoni, passioni, crudeltà e coraggio senza limiti, Io so perché
canta l’uccello in gabbia è la storia di una ragazzina afroamericana
capace di lasciarsi alle spalle la sofferenza costruendo con orgoglio e
ostinazione la propria vita. Una storia che, a quasi cinquant’anni dalla
sua prima pubblicazione, conserva tutta la sua bruciante attualità.
«Il magnifico libro di una donna che ha molto sofferto e molto lottato per affermare la propria libertà». la Repubblica
«Una delle voci letterarie più rispettate e amate d’America. Maya Angelou, il cui libro di memorie, Io so perché canta l’uccello in gabbia, sulla sua terribile infanzia nel Sud segregato, è passato alla storia della letteratura come il primo best-seller scritto da un’afroamericana». Corriere della Sera
«Una delle voci letterarie più rispettate e amate d’America. Maya Angelou, il cui libro di memorie, Io so perché canta l’uccello in gabbia, sulla sua terribile infanzia nel Sud segregato, è passato alla storia della letteratura come il primo best-seller scritto da un’afroamericana». Corriere della Sera
«Maya Angelou: c’era una volta l’America che non amava i neri». La Stampa
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