Il futuro è cambiato, ma non è tanto diverso dalla situazione che
viviamo oggi, dall’attualità con tutte le sue problematiche controindicazioni e
malvagità. I problemi sono sempre gli stessi, però sono aumentati.
In CIELO E FERRO, la raccolta di storie brevi scritta a quattro mani da
ITALO BONERA e PAOLO FRUSCA, la società distopica proposta è ancora
caratterizzata da violenza e guerra.
Sono nove i racconti contenuti in questa antologia che guarda ad un
futuro negativamente violento.
I titoli, eloquenti ed interessanti, sono: Cielo e ferro, L’Unificatore,
Duro lavoro, Una bella domanda, Cratere Mogadiscio, L’udienza, I morsi del
serpente, Non mi chiamo Quinto, Meno di tre.
Il mondo del futuro descritto da Bonera e Frusca è diviso in due parti.
Da una parte, c’è l’entità
plutocratica nota come il Coordinamento delle Libere Città, mentre dall’altra
il movimento mistico di massa che fa capo al misterioso Avraha. Quest’ultimo
è una figura carismatica molto interessante, poiché è colui che ha saputo
raccogliere attorno a sé gli adepti di ogni movimento integralista,
aggregandoli in una sola entità ben più terribile della somma delle sue
parti.
Politica, religione, interessi economici, incomunicabilità, conflitti e
violenza di tutti i tipi sono ancora all’ordine del giorno, sono protagonisti
insieme ai personaggi inventati dai due scrittori.
La distopica società di Bonera-Frusca è sempre composta di due grandi
categorie di individui: oppressi ed oppressori, vittime e carnefici, prede e
cacciatori.
In ogni short story i personaggi, ampiamente caratterizzati, colpiscono
per le personalità complesse.
Lo stile è costituito da toni forti, da violenza linguistica.
La brutalità delle storie compone un nucleo unico e omogeneo di uno
stesso futuro.
Complessivamente, l’antologia è ben strutturata e di alta qualità, risultando
credibile ed avvincente.
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