DA CENERENTOLA E IL PRINCIPE
FINO A MICHELLE E BARACK OBAMA,
passando per Edward e Vivian in Pretty Woman,
ma anche Candy Candy e Terence,
Keith Richards e Anita Pallenberg,
Brad Pitt e Angelina Jolie...
LE STORIE D'AMORE CHE CI HANNO FATTO SOGNARE
(E CI HANNO FREGATO ALLA GRANDE)
Se
anche voi siete cresciute a pane favola e fantasia, se anche voi avete
baciato un discreto numero di rospi con la segreta speranza che si
trasformassero in principi, se anche voi siete rimaste tenacemente
aggrappate a un ideale romantico che sembra regolarmente destinato a
infrangersi contro la realtà, questo libro parla anche di voi.
Perché magari non abbiamo tutte nel cuore la stessa favola,
ma la nostra favola la vogliamo tutte.
Quando
ero piccola il Principe Azzurro era mio padre. Di soli vent'anni più
grande di me, mi sembrava l'uomo più bello che avessi mai visto. Forse
lo era. Ero pazza di lui. Quando al mattino usciva per andare a
lavorare, correvo nella sua stanza, prendevo il cuscino con ancora il
suo odore e lo abbracciavo stretto stretto. Siccome mamma lavorava tutto
il giorno e papà invece solo al mattino, io e lui passavamo insieme un
sacco di tempo: mi portava al cinema tutti i giovedì pomeriggio, ai
giardini, in bicicletta, a comprare le scarpe. Era lui che veniva ai
colloqui con la maestra, era lui che intratteneva le mamme dei miei
compagni di scuola, era lui che mi consolava se mi sbucciavo le
ginocchia.
Alla
fatidica domanda degli adulti: «Ma tu, da grande, che cosa vuoi fare?»
rispondevo, come se fosse la cosa più normale del mondo: «Sposare il mio
papà!»
Crescendo,
scoprire che mio padre era la cosa più lontana non solo da un Principe
Azzurro, ma anche da un maschio alfa, è stata la prima forma di
delusione affettiva della mia vita: non ci vuole una specializzazione in
psicoanalisi freudiana per capire che la ricerca di un uomo carismatico
e dominante ha le sue origini lì.
Nel mio curriculum sentimentale ci sono: un matrimonio con un neurologo
finito con un divorzio prima dei trent'anni; una convivenza molto
osteggiata dalla mia famiglia con un uomo di tredici anni più grande di
me; una storia adolescenziale con il più bello del paese fatta di tira e
molla infiniti e molti tradimenti (suoi); varie sbandate per vari
stranieri tra cui un ballerino di Los Angeles, un musicista di
Edimburgo, un inglese istruttore di sub che viveva in Thailandia; una
storia a distanza con un broker cinquantenne newyorkese separato e con
figlio sedicenne. In venti anni di relazioni con gli uomini posso dire
di aver ricoperto tutti i ruoli: fidanzata, moglie, amante, amica con
sesso, amica senza sesso. Ho avuto sia compagni della mia stessa età,
che più vecchi, che più giovani; più ricchi di me ma anche più poveri;
con più successo professionale ma anche con meno. Di Principi Azzurri in
senso stretto neanche uno. Manco un conte,
un marchese. Zero. Dramma però sì, tanto. Sempre. Passione, certo, ma
anche complicazioni, incomprensioni, tradimenti, porte sbattute,
scenate, aerei persi, vasi rotti, lacrime. In termini cinematografici,
la mia vita sentimentale equivale a uno di quei film che piacciono a noi
femmine, uno di quelli che quando esci commenti: «Bellissimo: ho pianto
tanto». Se devo pensare a un titolo che la riassuma e le faccia da filo
conduttore, questo non può che essere: se non si fatica, allora non è
vero amore. Non
penso di essere la sola.
Il
binomio amore = sofferenza è un credo che unisce le donne di ogni età,
generazione, latitudine e ceto sociale. Siamo nate per soffrire: me lo
ripeteva sempre mia nonna, ragazza madre con figlia a carico negli anni
Cinquanta, una o molto avanti o molto indietro, dipende da come si
guarda la cosa. Lei sì che ne ha avuto di dramma nella sua vita. Io, che
sono sua nipote e che sono nata dopo il femminismo, mi chiedo: ma siamo
veramente nate per soffrire? E soprattutto, siamo geneticamente
programmate a credere all'idea del Principe Azzurro? Siamo naturalmente
predisposte al romanticismo come stile di vita? Oppure siamo
semplicemente rincretinite dalla quantità di favole, commedie
romantiche, canzonette e amori da rotocalco con i quali ci hanno
riempito la testa fin da bambine?
Se
è così, allora è chiaro che è colpa loro, di tutte le coppie da sogno
che hanno popolato la nostra immaginazione fin dalla tenera età, non
importa se reali o inventate, se cinematografiche o letterarie, se in
carne e ossa o fatte a cartone animato. È colpa loro. Se la nostra vita
sentimentale si è nutrita di aspettative troppo alte. Se qualsiasi
storia passata, presente o futura che non contenga passione in quantità
pazzesca ci sembra una noia mortale. Se abbiamo aspettato l'arrivo del
Principe Azzurro o anche di una versione scolorita. Se, insomma, abbiamo
creduto e fortissimamente voluto la favola. È colpa loro: belli,
innamorati, complici. Ci abbiamo creduto, li abbiamo invidiati, ci siamo
perse nell'idea che l'unico amore degno di essere vissuto fosse il loro
e se non si è amate così, allora è un fallimento, oltre che una noia.
Ci siamo fatte fregare, è vero, e questo, arrivate a quarant'anni, lo
abbiamo ormai capito e stabilito. Ne valeva la pena? Secondo me sì.
Voglio dire, ma sai che triste la vita senza neanche un po' di sogno?
SIMONA SIRI
Vogliamo la favola
Tea - libro € 13 - ebook € 6,99 - pag. 197 - "È chiaro che è colpa loro, di tutte le coppie
da sogno che hanno popolato la nostra immaginazione fin dalla più
tenera età, non importa se reali o inventate, se cinematografiche o
letterarie, se in carne e ossa o fatte a cartone animato. È colpa loro.
Se la nostra vita sentimentale si è nutrita di aspettative troppo alte.
Se qualsiasi storia passata, presente o futura che non contenga passione
in quantità pazzesca ci sembra una noia mortale. Se abbiamo aspettato
l'arrivo del Principe Azzurro, o anche di una versione scolorita. Se,
insomma, abbiamo creduto e fortissimamente voluto la favola. È colpa
loro: belli, innamorati, complici. Ci abbiamo creduto, li abbiamo
invidiati, ci siamo perse nell'idea che l'unico amore degno di essere
vissuto fosse il loro e se non si è amate così, allora è un fallimento,
oltre che una noia. Ci siamo fatte fregare, è vero, e questo lo abbiamo
ormai capito e stabilito. Ne valeva la pena? Secondo me sì. Voglio dire,
ma sai che triste la vita senza neanche un po' di sogno?" Con il suo
stile inconfondibile, alternando una sana autoironia a una punta di
inguaribile romanticismo, Simona Siri riesce a intrecciare le grandi
storie d'amore con cui siamo cresciute e di cui ci siamo nutrite con le
piccole e grandi storie d'amore che hanno segnato la sua vita.
Dall'incontro-scontro tra favola e realtà scaturisce un'educazione
sentimentale che è unica e personalissima, ma in cui potranno
riconoscersi donne e ragazze di tutte le età.
3 commenti:
Forse hai ragione, senza tutto questo dramma non ne varrebbe la pena... al momento però io ne farei a meno, ma invece sono nell'occhio del ciclone... ma non parliamo di me ma di questo libro che mi sa mi sa finisce dritto in wl!;-)
Grazie di questo consiglio. Un bel regalo per Natale...
Un caro saluto.
ciao Pupottina, grazie per la recensione di questo libro, ci siam passate tutte attraverso queste fasi, ci rivediamo in queste righe, molto interessante, ciao grazie baci rosa, buona giornata.)
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