Tra gli ultimi capolavori della scrittrice londinese, RUTH RENDELL,
venuta a mancare nel 2015, c'è sicuramente UNA FINE IN LACRIME. È un
poliziesco, ricco di suspense e di colpi di scena, che intreccia le vicende dei
personaggi ad un importante tema d'attualità, quello della maternità surrogata.
Cosa arriverebbe a fare una donna pur di avere un figlio? E cosa farebbe un
padre se ne perdesse una?
In particolare è sul secondo interrogativo che si concentrano le
vicende che vedono George Marshalson, sconvolto dal ritrovamento della figlia, ormai
cadavere a pochi metri da casa.
Chi la voleva morta? Perché tanta ferocia nei confronti di una
minorenne?
A seguire il caso è l'ispettore capo della polizia di Kingsmarkham, Reg
Wexford.
La storia narrata è coinvolgente e mette in primo piano l'importanza
dei bambini e di quelli che, crescendo, non lo sono più, ma che non si possono
nemmeno considerare considerevolmente adulti.
L'indagine segue varie piste ed è condotta, per lo più, alla vecchia
maniera, poiché quello è lo stile investigativo di Wexford, ma si avvale anche
della collaborazione dei suoi sottoposti: il vice Mike Borden, il sergente
Hannah Goldsmith e l'agente Baljinder Bhattacharya. Intorno alle loro vicende,
professionali e private, c'è anche la turbolenta situazione famigliare di
Wexford, sempre pronto a fare da paciere in ogni situazione, non tralasciando
di dire la sua.
Ottima lettura che non si può non consigliare.
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