Fatto sta che la mente geniale di Sherlock non si adatta a indagare su
furtarelli di polli o quisquilie di poco conto. Sherlock Holmes brama di
risolvere un inspiegabile delitto, ma nel Sussex è tutto così terribilmente
tranquillo. Pur dedicandosi all’apicoltura, Sherlock Holmes è depresso e
Martha, la sua governante, si preoccupa per lui, tanto da inviare una disperata
missiva a Watson. Nessuno meglio del fedele amico sa che “per non perdere il gusto della vita, un uomo ha bisogno di una qualche
occupazione” ed è così che intraprendono insieme una soffocante vacanza ai
tropici, dove tuttavia la gente sembra morire per qualcosa di diverso dal
caldo. Ad uccidere è l’arsenico e Sherlock Holmes è finalmente nella sua
dimensione, nel suo elemento con un intricato rompicapo da risolvere. Una serie
di morti gli viene servita su un piatto d’argento mentre, insieme a Watson, è
ospite del rinomato e lussuoso Raffles Hotel di Singapore.
Sotto la cappa
mortifera del caldo tropicale, la mente di Sherlock Holmes riuscirà a
funzionare adeguatamente? Può deluderci il nostro Sherlock anche quando sembra
vestire i panni di Richard Poole? Nessuno ostacolo si frappone mai fra Sherlock
Holmes e la verità, grazie al suo metodo costituito di abduzione e deduzione.
JOHN HALL è stato in grado di scrivere un avvincente giallo apocrifo,
alla maniera di Conan Doyle. Ha creato un interessante romanzo, ricco di tutti
gli elementi caratteristici della letteratura sherlockiana e di una trama che
sostiene la pignoleria pedantesca dei più incalliti appassionati. È un perfetto
giallo che scorre veloce, offrendo spunti sulla vera natura del grande, amato e
infallibile investigatore londinese.
Di uguale interesse, seppur nella sua brevità, è il racconto “Sherlock Holmes e la sfida dell’astrologo”
di Samuele Nava.
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