È un romanzo molto particolare del 1895, con il lago di Lugano come
ambientazione. Franco e Luisa si innamorano, ma la nonna di lui si oppone, a
causa della condizione plebea della ragazza. Per questo motivo, la nonna, una
marchesa, minaccia il nipote di non lasciargli l’eredità se deciderà di
sposarla. Franco, aiutato dallo zio Piero, organizza un matrimonio segreto.
Scoperto tutto, la nonna disereda il nipote, anche se non avrebbe potuto, visto
che il marito aveva dichiarato Franco erede universale. Franco lo scopre ma
rinuncia a tutto non rivelando niente a Luisa
Il matrimonio di Franco e Luisa procede tra varie difficoltà economiche.
Solo lo zio Piero li aiuta, e concede loro di vivere nella sua casa di vacanza,
dove nasce la loro bambina, Maria, che sarà soprannominata “Ombretta”. I due,
però, spesso sono in disaccordo perché hanno caratteri profondamente diversi.
Franco è passionale, idealista e ottimista. Luisa, invece, è riflessiva, cupa e
crede nella giustizia divina. Man mano che le vicende procedono Luisa perde
progressivamente la sua fede in Dio.
Luisa, scoperta la verità sul testamento nascosto, vorrebbe servirsene,
ma Franco è contrario.
Quando Franco è lontano da casa ed anche Luisa lascia incustodita la
figlia per andare a sfidare la marchesa, avviene la tragedia. Ombretta annega
nel lago.
Luisa si sente responsabile e crede di non amare più Franco, poiché è
troppo addolorata dalla perdita di Ombretta. Perde definitivamente la fede in
Dio e si avvicina allo spiritismo nel tentativo di rievocare la figlia perduta.
Franco non riesce a comprendere e ad aiutare il mutismo della moglie.
Dopo questa tragedia, anche la marchesa, avendo paura della dannazione eterna,
cambia improvvisamente opinione e vorrebbe risarcire il nipote Franco, che
rifiuta.
Luisa non crede di poter più trovare l’amore dentro di sé, ma capisce
che è suo dovere andare da Franco che l’ama ancora. Lo stare insieme, dopo un
lungo periodo, aiuta entrambi a superare la tragedia vissuta e a riscoprire il
sentimento che li ha uniti.
Questa brevemente è la storia nota di questo romanzo di fine Ottocento,
studiato anche a scuola. Fogazzaro descrive con dovizia di particolari il
piccolo comune di Valsolda, affacciato sul lago di Lugano, che possiede
riferimenti autobiografici. Non mancano descrizioni dettagliate e vivide, tanto
da immaginare i luoghi come se si stesse osservando un dipinto. I personaggi non sono propriamente simpatici, ma
forse è questo lo scopo di Fogazzaro che ha saputo descriverli bene nella loro
negatività.
Luisa è un bel personaggio, molto profondo, una
donna con molti pensieri, profonde opinioni ed un forte raziocinio. È un
personaggio femminile dinamico. Purtroppo è stata spezzata dal dolore per la
perdita della figlia e, come è ovvio immaginare, è regredita psicologicamente e
intellettualmente, prima di recuperare nuovamente lucidità alla fine del
romanzo.
Franco, al contrario, è veramente un personaggio
“insipido”, dall’inizio alla fine. Ha suscitato la mia irritazione in più
momenti del romanzo. Come unico punto di forza ha l’amore per la moglie.
A conclusione romanzo, resta il perché, ahimè già
noto, su cosa accadrà a Luisa.
Non è semplice lasciarsi coinvolgere da un romanzo
di cui si conosce già la trama e il seguito.
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