Lorenzo Marone è un giovane scrittore che riesce a cogliere l’essenza
profonda delle persone e dei perché della vita e lo fa con simpatia e originalissime
pillole di saggezza. Il suo protagonista, Cesare Annunziata, è proprio un bel
tipo: settantasette anni, vedovo e padre di due figli, adulti ed affermati, convive
con i suoi fantasmi, ricordi e rimpianti del passato nel suo appartamento all’interno
di un condominio sufficientemente affollato e movimentato.
Cesare è un trasformista che, a suo modo, cerca di affrontare quel che
resta della sua vita, con i suoi problemi legati alla solitudine e alla
vecchiaia, non lasciandosi sconfiggere dal rimorso per le “non scelte” che
hanno caratterizzato e tracciato la sua esistenza, al di là della completa
felicità.
Però, Cesare è anche un autentico rompiscatole, un vecchio burbero dal
cuore buono, cui ci si affeziona come al proprio nonno. Il merito di questa
empatia con il “caro” Cesare Annunziata è tutto di Lorenzo Marone, bravissimo
nella caratterizzazione del personaggio, che sembra esistere realmente, anche
fuori dal romanzo, e nella scelta di ogni elemento della narrazione. Lo stile è
tra i migliori della narrazione italiana contemporanea. È avvincente per la
trama e per le ironiche disquisizioni che spaziano dalle quisquilie ai grandi
perché dell’umanità.
Il titolo è interessantissimo. LA TENTAZIONE DI ESSERE FELICI parla al
lettore ancor prima di iniziarne la lettura e suscita aspettative che non
riguardano la simpatia del personaggio che però c’è, è travolgente e non guasta.
Cesare Annunziata è un personaggio che piace per il suo lato umano e
per le sue, sempre presenti riflessioni sull’esistenza. Ne combina tante, nel
presente come nel passato. Vive di rimpianti, ma cerca di non commiserarsi e
anche di aiutare il prossimo in quella che è la scelta più coraggiosa: l’ostinazione a rincorrere la felicità. È un’anima fragile
che ama senza amarsi.
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