I libri Neri Pozza per il 27 gennaio, Giorno della Memoria
È il 5 giugno 1964, un torrido venerdì d’estate, quando Lena incontra
per la prima volta Heiner Rosseck all’interno del tribunale di
Francoforte. Terminate le ultime traduzioni e lasciato il suo angusto
ufficio senza finestre, sta per guadagnare l’uscita, con il pensiero
rivolto già a come svagarsi con una nuotata all’aperto, un film al
cinema o magari un bicchiere di vino, quando lo vede: un uomo alto e
smagrito sul punto di scivolare a terra lungo una parete. Il tempo di
sorreggerlo e di chiedergli «Sta bene?» che apprende la sua drammatica
storia. Heiner Rosseck da Vienna, giunto nelle fredde aule del
tribunale di Francoforte per testimoniare al processo contro i crimini
nazisti di Auschwitz in cui è stato prigioniero. Rosseck, il
sopravvissuto, appena sottoposto a un estenuante interrogatorio sul
ruolo, le responsabilità e le azioni di due imputati, Kehr e Kaduk, i
peggiori aguzzini del campo di prigionia...
Noa e Amir sono due studenti ebrei. Lei studia fotografia a Gerusalemme,
lui frequenta psicologia a Tel Aviv. Giovani e innamorati, decidono di
andare a vivere insieme in un villaggio di nome Castel, situato a metà
strada tra le due città, dove dal 1948 si è stabilita una comunità
ebraica proveniente dal Kurdistan. La coppia stringe amicizia con Moshe e
Sima, i padroni di casa, e con il piccolo Yotam, il cui fratello
maggiore è morto nella guerra in Libano, ma quando improvvisamente al
villaggio arriva Saddiq, un operaio arabo che da bambino era stato
costretto ad abbandonare quel villaggio con l’arrivo degli ebrei, le
cose cambiano. Mentre il Medio Oriente è sconvolto dall’assassinio del
Primo Ministro Yitzhak Rabin, tutti gli abitanti di Castel si trovano a
fare i conti con i rimpianti legati al passato. Saddiq, che possiede
ancora una chiave dell’abitazione e vuole recuperare un piccolo
braccialetto che la madre aveva nascosto dietro a un mattone,
s’introduce in casa, ma viene colto in fragrante dalla polizia che lo
accusa di terrorismo; Moshe e Sima, dopo la morte del figlio maggiore in
guerra, si sentono talmente svuotati da credere di non essere in grado
di crescere il piccolo Yotam; e persino Amir e Noa, alle prese con la
quotidianità, si lasciano contagiare dal clima drammatico di quel luogo.
Gli scomparsi è la storia di un viaggio, cinque anni intorno al mondo
per cercare di rispondere a una domanda che Daniel Mendelsohn si era
posto ancora bambino molti anni prima: cosa è davvero accaduto allo zio
Shmiel durante l’Olocausto? Le favolose storie del nonno di Mendelsohn
raccontavano un’infanzia passata nella città di Bolechow, Polonia,
all’inizio del secolo, ma si interrompevano intorno al destino del
fratello, di sua moglie e delle quattro figlie. I membri della famiglia
evitavano di parlare del misterioso Shmiel, tranne qualche sussurro o
frettolosa conversazione in yiddish. È da questi frammenti che
Mendelsohn avvia la sua ricerca. Sospeso tra il presente e un oscuro
passato, Gli scomparsi è un’odissea e un viaggio nella memoria e
nell’infanzia, nel tormento di una generazione cancellata. Al tempo
stesso è una provocatoria e inedita riflessione sulla tradizione ebraica
e sui testi biblici, cronaca di una tragedia universale, appassionata
commemorazione. Un racconto morale e letterario capace di accostare il
dolore e l’erudizione riscattando ciò che il tempo smarrisce.
Questo libro narra della storia vera di William E.
Dodd e di sua figlia Martha, un padre e una giovane donna americani che
si ritrovano improvvisamente trapiantati dalla loro accogliente casa di
Chicago nel cuore della Berlino nazista del 1934.Sessantaquattro anni,
snello, gli occhi grigio-azzurri e i capelli castano chiaro, nel 1933
William E. Dodd è un rispettabile professore di storia all’università di
Chicago, con una certa notorietà per i suoi scritti sul Sud degli Stati
Uniti e la sua biografia di Woodrow Wilson. Fervente
democratico jeffersoniano, a suo agio soltanto negli ambienti frugali
della sua piccola fattoria di campagna, Dodd ha una moglie, Mattie, e
due figli: William Jr – Bill – e Martha, la prediletta. Ventiquattro
anni, i capelli biondi, gli occhi azzurri e un sorriso radioso, Martha
ha un’immaginazione venata di romanticismo e un atteggiamento cosí
civettuolo, da avere già acceso la passione in molti uomini. La vita
di questa famiglia americana, a detta di tutti felice e unita, muta
radicalmente nel giugno del 1933. Mentre siede alla sua scrivania
all’università, Dodd riceve una telefonata da Franklin Delano Roosvelt,
il presidente degli Stati Uniti, che gli annuncia la sua intenzione di
nominarlo a capo della rappresentanza diplomatica americana a Berlino.
Teologi e filosofi, poeti e pittori non hanno mai cessato di
interrogarsi sulla natura degli angeli. La loro immagine insieme
splendida ed estenuata, pensierosa e feroce è penetrata così
profondamente, oltre che nelle preghiere e nelle liturgie quotidiane
dell'occidente, nella filosofia, nella letteratura, nella pittura, nella
scultura, ma anche nei sogni a occhi aperti, nelle sottoculture e nel
Kitsch, che una comprensione anche semplicemente coerente dell'argomento
sembra impossibile. In che modo comunicano fra loro e con gli uomini di
cui si prendono cura? Hanno un vero corpo o una specie di manichino che
ogni volta assumono e lasciano cadere? Qual è il loro sesso? Sono
capaci di sentimenti, possono ridere o piangere? Ma, soprattutto, qual è
la loro funzione nel governo divino del mondo?
Divisa in tre sezioni corrispondenti alle tre grandi religioni del
Libro - Ebraismo, Cristianesimo, Islam - questa antologia riunisce per
la prima volta in una accurata presentazione critica i testi più
significativi mai scritti sugli angeli, da Origene a Tommaso d'Aquino,
dalla Bibbia a Maimonide, da Avicenna al sufismo. Ne esce un'immagine
completamente nuova, in cui le delicate creature alate che ci sorridono
dai quadri di Giovanni Bellini mostrano improvvisamente i tratti
terribili della milizia divina e quelli loschi di una sterminata
burocrazia celeste, che tiene nelle sue mani non solo le fila dei
rapporti fra il divino e l'umano, ma anche la stessa posta in gioco
della politica occidentale.
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