Cosa
accadrebbe se James Bond incontrasse Jason Bourne? E se nella storia, oltre
allo spionaggio, ci fossero anche un po’ di riferimenti storici?
Me lo sono
chiesta e ho trovato la risposta. Si chiama Scott Mariani ed è il creatore di
Benedict Hope (già il nome potrebbe solleticare l’immaginazione) o meglio della
serie di libri, bestseller, che hanno Ben Hope, un ex maggiore dell’esercito,
come protagonista. Un uomo dal passato che emerge a frammenti, schivo e
riservato, ma abile in qualsiasi cosa.
In L’enigma
dell’ultimo apostolo, il protagonista Ben Hope ha deciso di tornare ad essere
un semplice studente di teologia, riprendendo gli studi da dove, anni prima, li
aveva lasciati. Ben Hope è un 38enne, in forma ed attraente, che vive vari
conflitti interiori, dovuti a svariate cause (in primis la perdita prematura della
moglie, morta assassinata). La sua situazione di dolore lo porta ad avvicinarsi
a Dio e a cercare con lui un dialogo finalizzato a trovare le risposte che
cerca.
È un
personaggio complesso e multi sfaccettato che conquista il lettore per le sue
capacità fisiche, tattiche, ed ovviamente perché, dietro la corazza, ha anche un
cervello e lo sa usare all’occorrenza.

Gli
ingredienti di questo thriller sono: l’eroe, complesso, misterioso,
carismatico; la trama elaborata, ricca di colpi di scena; e infine le vere teorie
bibliche da cui la fantasia di Scott Mariani ha tratto ispirazione per
romanzare questa riuscitissima avventura.
Dopo
Dan Brown, il maestro del thriller esoterico sembra proprio Scott Mariani, il
quale, per creare il suo eroe, ha dovuto inventare anche dei malvagi di pari
livello.
1 commento:
Utile per dare - in confronto dialettico con le proprie pregresse conoscenze - una rilettura a temi comunque affascinanti.
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