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Fiore di fulmine
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La ragione dei sensi
Sherlock Holmes e il Signore della notte
Addio è solo una parola
All'improvviso la scorsa estate
La stagione degli innocenti
Scia di morte. L'ultimo viaggio della Lusitania
L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome
I piaceri della notte
Nessun ritorno
Campari a colazione
Per te qualunque cosa


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sabato 7 luglio 2012

"Morte di uno sbirro" e "Punto di rottura"

Anche a luglio Time Crime ci sorprende con le sue nuove proposte thriller e ci promette interessanti pagine da brivido ... in libreria dal 12 luglio ;-)


William Landay
Morte di uno sbirro
Time Crime - Pagine 496 - 10 euro

Con questa folgorante opera d’esordio, salutata dal plauso di critica e pubblico, William Landay si colloca tra i maestri del thriller americano, al fianco di autori del calibro di Michael Connelly, David Baldacci, Dennis Lehane. È autore di In difesa di Jacob (Timecrime 2012, in anteprima mondiale), che in due mesi ha venduto in Italia 50.000 copie e 500.000 copie tra Stati Uniti e Inghilterra. I diritti cinematografici sono stati acquisiti dalla Warner Bros, e il suo The Strangler è stato finalista allo Strand Magazine Critics Award 2007 come miglior thriller dell’anno. Morte di uno sbirro, la sua opera d’esordio, è stato venduto in sedici Paesi e ha vinto il Dagger Award for Best First Crime Novel.

«Qualsiasi storico ve lo può confermare: le concatenazioni di eventi non hanno mai fine. Non esiste alcuna causa senza un effetto, alcun incidente senza il suo seguito.»

Versailles è una tranquilla località turistica del Maine che si anima solo d’estate, con l’arrivo dei bostoniani in vacanza. Per il resto dell’anno è semideserta e non vi accade mai nulla: ecco perché, a soli 24 anni, Ben Truman ha raggiunto la carica di capo della polizia un tempo ricoperta dal padre. Ma un giorno d’autunno, in una casa sul lago, viene trovato il cadavere di Robert Danzinger, un magistrato della procura distrettuale.
Il caso sembra già risolto: la vittima stava indagando su un traffico di droga a Mission Flats, il quartiere più malfamato di Boston. Eppure, qualcosa non torna: le forze dell’ordine, stranamente, non sembrano voler collaborare alle indagini, mentre iniziano a emergere oscuri legami tra la morte di Danzinger e due vecchi casi mai chiariti. Lentamente, Truman si trova davanti un invalicabile muro di omertà, quasi che la verità fosse troppo sconcertante per essere portata alla luce.

William Landay si è laureato in giurisprudenza a Yale ed è stato a lungo procuratore distrettuale.  Attualmente vive e lavora a Boston, dove sta scrivendo il suo quarto thriller.

«Scrivo thriller perché nel crimine c’è qualcosa di profondamente drammatico. Offre un materiale ricchissimo per un narratore, e lo ha sempre fatto. Molti dei grandi classici della letteratura altro non sono, in fondo, che storie di criminiWilliam Landay

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Simon Lelic
Punto di rottura
Time Crime - Pagine 304 - 10 euro
 
Simon Lelic ci regala qui un romanzo poetico e feroce, forte di una trama di tale potenza e attualità e di una così inequivocabile qualità letteraria da essere diventato un caso letterario sia in Europa sia negli Stati Uniti, dove è stato segnalato dal New York Times come il crime più importante dell’anno.

Estate. Mattina. Una scuola come tante, in un sobborgo di Londra. Professori, preside e alunni sono riuniti in assemblea plenaria nell’aula magna. Tema all’ordine del giorno: la violenza. Qualche giorno prima Elliot Samson, dieci anni, è stato selvaggiamente aggredito da un gruppo di compagni più grandi. Pochi minuti dopo uno dei docenti, Samuel Szajkowski, apre il fuoco sui presenti. Cinque morti, quattro allievi e un’insegnante. La sesta vittima è l’omicida: un colpo solo, alla testa. Il caso viene aperto e subito chiuso visto che, in realtà, un caso non c’è. Ma l’ispettore Lucia May non si arrende all’evidenza: caparbiamente, inizia a interrogare allievi, docenti, il preside, i genitori delle vittime. Cosa ha spinto un timido, riservato professore di storia a commettere un crimine così efferato? Ognuno ha una spiegazione da dare, una sua interpretazione dei fatti, dei moventi; ma la verità è una terra straniera, un labirinto di dubbi attraverso cui emergono, via via più nitidi, il ritratto di un uomo qualunque e le motivazioni della sua scelta. Fare fuoco, per non soccombere.

Simon Lelic è nato a Brighton nel 1976 da padre sloveno e madre inglese. Dopo aver lavorato a Londra come giornalista free-lance, ha rilevato l’impresa paterna di import-export. Lelic ha da poco lasciato Londra, dove ha vissuto per dieci anni, per trasferirsi nuovamente a Brighton, dove abita con la moglie e due figli.

«Io scrivo per porre delle domande ai lettori. Per far sì che si soffermino a considerare il punto di vista meno banale, quello che non emerge dalle notizie di cronaca, dai titoli cubitali dei giornali. La realtà è invece piena di sfumature, di grigi: sono l’essenza stessa delle cose, anche se sembriamo averlo dimenticatoSimon Lelic

2 commenti:

Ambra ha detto...

Entrambi i libri sono degni di essere letti, questo mi dice la tua recensione. E fa riflettere la frase di Simon Lelic.

Adriano Maini ha detto...

Angoli della provincia americano ispirano, invero, al meglio tanti autori. Di Londra ripeto il concetto che, secondo me, l'attualità la rende di nuovo molto credibile come scenario di storie forti.

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