DAVIDE MOSCA
IL PROFANATORE DI
BIBLIOTECHE PROIBITE
Newton Compton - thriller - pag. 320 - € 9,90
Un thriller di cui vi ho già parlato QUI e QUI.
Avviso Spoiler: "Se hai intenzione di leggere il libro, forse non dovresti proseguire nella lettura del post, perché potrebbe piacerti scoprire tutto di questo thriller storico leggendolo."
QUI trovi un estratto per saggiarne lo stile.
QUI trovi un estratto per saggiarne lo stile.
Il nume segreto di Roma
Non soltanto il nome di Roma, ma anche il dio
di Roma fu mantenuto segreto: e secondo interpretazioni antiche e moderne
potrebbero coincidere.
I romani, infatti, tennero nascosto il nome
personale del vero Nume protettore di Roma, a cui i si rivolgevano con la
formula sive mas sive foemina: sia tu
maschio o femmina. Lo stesso Giove aveva un nome segreto. Per questo i
Pontefici romani nei riti si rivolgevano a lui con una formula dubitativa:
“Giove Ottimo Massimo o con qualunque altro nome tu voglia essere chiamato”. E
sul Campidoglio era conservato uno scudo dedicato al “genio della città,
maschio o femmina”.
Il nome delle divinità patrona della città non
poteva essere manifestato per evitare il rito dell’evocatio. I pontefici romani evocavano la divinità protettrice
della città da conquistare prima dell’assedio o della battaglia, promettendole
un posto a Roma in caso di vittoria. È rimasta celebre la conquista di Veio e
il trasferimento a Roma del culto principale della città, quello di Giunone
Regina. I romani assediavano Veio da molto tempo senza successo. Su consiglio
degli aruspici, gli esperti di cose sacre, si rivolsero direttamente alla
principale divinità dei nemici, Giunone Regina, promettendole un tempio a Roma
in caso di trionfo. Poterono farlo, perché conoscevano il vero nome della dea
patrona di Veio, ossia Regina. Le loro invocazioni ebbero successo: pochi
giorni dopo presero la città e onorarono l’impegno trasferendo il simulacro di
Giunone a Roma, dove le eressero un tempio.
Vale la pena ricordare che le uniche due parole
nella storia del mondo occidentale a non essere mai state scritte sono il vero
nome di Javhè e il nome segreto di Roma.
Nome e nume segreto nella vicenda dell’Epoptidon
Valerio Sorano fu un erudito e un politico
romano. Era un uomo dottissimo, filologo e antiquario, spesso citato dai
contemporanei Cicerone e Varrone. Nell’ottantadue avanti Cristo Sorano fu
eletto tribuno della plebe, ma il Senato lo fece rapire e crocifiggere per alto
tradimento con un giudizio post mortem. La procedura sommaria, perpetrata a un
tribuno della plebe, per di più in un periodo in cui il tribunato godeva di
grande forza, lascia intendere che il reato di Sorano fu gravissimo, forse il
più grave di tutta la storia di Roma.
In un libro intitolato Epoptidon (Svelamento) aveva infatti
accennato al nome segreto di Roma e al nume misterioso che proteggeva la città.
Nello stesso libro aveva affermato che Iuppiter
e Iuno sono in sostanza la stessa
divinità, in quanto il vero Dio è uno soltanto, maschio e femmina nello stesso
tempo. Il libro fu bruciato, ma alcuni frammenti furono trasmessi oralmente.
Rimane una delle perdite più dolorose dell’intera produzione antica, perché in
esso erano affrontati i più importanti misteri di Roma.
Nessun commento:
Posta un commento