Mai titolo fu più accattivante di LA RAGAZZA SENZA RICORDI. Se Jane
Hughes, la protagonista di questo thriller psicologico, avesse perso la memoria
si tratterebbe forse di un romanzo banale. Ma non è così. Non c'è niente di più
psicologicamente complesso delle articolate motivazioni che spingono una
persona a voler dimenticare il proprio passato, cancellarlo totalmente, rinunciando
soprattutto ai ricordi più dolorosi. I ricordi di Jane Hughes riguardano la sua
vacanza avventurosa in Nepal. Poteva rimetterci la vita, ma è sopravvissuta. Per
questo motivo, ha deciso di cambiare identità e iniziare una nuova vita,
riuscendo magari a realizzare i progetti e i sogni che prima non si era
impegnata abbastanza per portare a termine. La sua felicità attuale, però, è
frutto di una menzogna. Ne racconta tante, ogni giorno, per creare la sua nuova
identità, per nascondere agli altri il suo passato. Il suo vero nome è Emma. È sfuggita
all'incubo di una setta e a tutte le sue coercizioni e perversioni.
Sono passati cinque anni e lei porta ancora nell'anima i ricordi
dolorosi di quel periodo.
Cinque anni prima era partita per un viaggio in Nepal con le sue
migliori amiche: Daisy, Leanne e Al.
Erano quattro ragazze molto diverse l’una dall’altra, segnate da
esperienze ed esistenze differenti, ognuna con la propria individualità e il
proprio carattere, ma legate da un’amicizia di lunga data, capace di resistere
a varie prove, seppure a volte caratterizzata da un precario e fragile
equilibrio. Doveva essere la miglior vacanza della vita, fatta di yoga,
meditazione e splendidi panorami, una settimana che avrebbe dovuto trasformarsi
in un ricordo meraviglioso, ma che si è rivelata un incubo. Da quel viaggio due
delle quattro ragazze non sono più tornate a casa.
"Se c'è una cosa che ho
imparato in Nepal, è che persone apparentemente innocue, a volte, nascondono
una vena di crudeltà."
Tutti i nodi vengono al pettine. Anche l'armonia e l'amicizia possono
essere messe a dura prova da invidie, gelosie, questioni irrisolte, segreti, se
c'è qualcuno diabolico a manovrarne le dinamiche.
Il passato, nei thriller psicologici di Carol Louise Taylor, è sempre qualcosa
di irrisolto e destinato a tornare. L'apparentemente felice, Jane, deve fare i
conti con le cicatrici del passato, se vuole guardare al futuro. Deve ricostruire
i ricordi, che ha voluto cancellare, per capire chi, del suo passato, è tornato
a minacciarla.
Dopo IL CONFINE DEL SILENZIO, Carol Louise Taylor è tornata a
inquietare il mio immaginario e a coinvolgermi in una originale storia di
ossessioni, morbosità e intrighi. Anche la più salda delle amicizie può essere
messa a dura prova. Si può arrivare al punto di non sapere di chi fidarsi.
Sorprendente la tecnica narrativa, che alterna la narrazione degli
eventi attuali con quelli del passato. Innumerevoli i colpi di scena che si
susseguono un capitolo dopo l'altro e ti tengono con il fiato sospeso. Assurdo come
sia facile farsi manipolare e plagiare dal leader di una setta e quali
strategie di coercizione e controllo sia in grado di attuare per confondere le
menti dei più fragili, per approfittare delle loro debolezze, rendendoli degli
automi, delle marionette al proprio servizio, degli schiavi, delle pedine da
muovere a proprio piacimento. Assurdo il livello di distorsione della realtà che
possono perpetrare ai danni delle menti più deboli, partendo dalla conoscenza
dei segreti e delle debolezze. Assurdo come ogni forma di spiritualità sia
programmata per confonderci.
"Sei radicata nella tua
vecchia vita. Ti aggrappi ancora a pensieri, sentimenti, valori che ti sembrano
normali, ma che in realtà ti rendono disperatamente infelice."
Anche in questo romanzo, la Taylor ha saputo sorprendermi.
Molto interessante l'ambientazione nepalese e la scelta della storia da
narrare.
"Puoi mentire a te stessa
finché vuoi sul valore dell'amicizia, sull'importanza della famiglia, ma non
conoscerai mai il vero appagamento se non riuscirai a rescindere quei legami."
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