Torna
in libreria l’ormai introvabile romanzo
vincitore
del Premio Scerbanenco 2005.
In una
nuova edizione rivista – e in parte riscritta – dall’autore.
l’angelo
del fango
TEA - Pag.
348 - Prezzo: 14 €
In
libreria: 15 ottobre 2015
Firenze, 1966: il
capitano Arcieri indaga
nella catastrofe dell'alluvione
Novembre 1966. Firenze è in ginocchio,
sventrata dalla furia dell'Arno e sommersa dal fango. I fiorentini però sono
subito al lavoro, aiutati da un'incredibile ondata di solidarietà che ha
portato in città gli «angeli del fango», tanti giovani da tutta Italia. Lo
Stato non può mancare e, nonostante le condizioni proibitive, il presidente
della Repubblica Saragat decide di visitare la città. Incaricato della
sicurezza, il colonnello dei Carabinieri Bruno Arcieri si trova davanti un
compito impossibile. La situazione convulsa offre infatti l'occasione perfetta
per chi volesse colpire in alto, e anche per chi volesse invece saldare vecchi
conti aperti. Il ritrovamento di un cadavere misterioso, un giornalista
ambiguo, una donna che cerca protezione, dossier dimenticati: a poco a poco
Arcieri si addentra in un'indagine carica di passato e di sangue, in fondo alla
quale lo attende una sconvolgente rivelazione.
Sullo sfondo di una ricostruzione
meticolosa e avvincente, Leonardo Gori accompagna il suo personaggio e i suoi
lettori lungo una pista che serpeggia dai depositi distrutti della Biblioteca
Nazionale, al primo dopoguerra, alla Repubblica di Salò e ancora più indietro
nelle tenebre della nostra storia.
Nota
dell’autore. La storia più recente del colonnello
Arcieri inizia nella Firenze alluvionata del novembre 1966 e prosegue con Musica
Nera, Fantasmi del passato e Il ritorno del colonnello Arcieri.
L’angelo del fango è stato pubblicato nel 2005. Nei dieci anni
trascorsi, la vicenda di Bruno Arcieri ha preso strade nuove e piene di
sorprese. È cambiato anche l’animo dell’autore, che ha deciso di togliere un
velo dal cuore del suo personaggio. La semplice revisione immaginata all’inizio
si è trasformata in qualcosa di più complesso, e alcuni cambiamenti hanno
riguardato il nucleo profondo della storia. Alla fine il romanzo è stato in
parte riscritto. I fatti raccontati, naturalmente, sono gli stessi.
Leonardo
Gori vive a Firenze. È autore del ciclo dei romanzi di Bruno Arcieri: prima
capitano dei Carabinieri nell’Italia degli anni Trenta, poi ufficiale dei
Servizi segreti nella seconda guerra mondiale e infine inquieto senior citizen negli anni Sessanta del
Novecento. Il primo romanzo della serie è Nero
di maggio, ambientato a Firenze nel 1938, cui sono seguiti Il passaggio, La finale, L’angelo del fango
(Premio Scerbanenco 2005), Musica nera,
Lo specchio nero, Il fiore d’oro (questi ultimi due
scritti con Franco Cardini) e Il ritorno
del colonnello Arcieri (2015). La serie di romanzi è in corso di riedizione
in TEA. È anche autore di fortunati thriller storici e co-autore di importanti
saggi sul fumetto e forme espressive correlate (illustrazione, cinema, disegno
animato).
leonardogori.com
Dal
libro
«Un
giorno cupo si era levato su Firenze, lordata di fango. Anna Gianfalco era in
piedi, sulla spalletta del lungarno, stretta accanto ad altra gente. Guardava
la facciata della Biblioteca Nazionale. I Vigili del Fuoco agganciarono le catene
alle sbarre della finestra, il motore dell’anfibio iniziò a urlare, finché Anna
udì uno strappo e le catene ricaddero sonoramente sulla melma. Il fango schizzò
tutto intorno, finendo sugli stivali di gomma della gente stanca e impaurita.
Il
cadavere saltò dal varco come un grande pupazzo a molla, seguito da un potente
getto d’acqua giallastra, striata di rosso.
Per
un istante, ad Anna sembrò quasi vivo.»
«Leonardo Gori è un vero scrittore: ha
grandi doti narrative, i suoi romanzi suscitano emozioni e creano immagini, riuscendo
a far viaggiare il lettore nella recente storia del nostro Paese.
Il suo personaggio, Bruno Arcieri, è un
integerrimo colonnello dei carabinieri che ci racconta con grande realismo gli
aspetti più negativi dell’Italia.
Una figura di grande umanità, che resta
nella nostra memoria come un persona realmente conosciuta.»
Marco
Vichi
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