Sonzogno presenta Bittersweet,
la nuova collana diretta da Irene Bignardi.
Dalle donne, sulle donne, per le donne
Escono in libreria il 15 ottobre La garçonne di Victor Margueritte e La Matriarca di G.B. Stern, i titoli che inaugurano Bittersweet, la nuova collana Sonzogno di scoperte, recuperi e testi ritrovati della prima metà del Novecento.
«Una collana, Bittersweet,
che non ho cercato ma che mi è venuta incontro mentre ero alla ricerca
di una lettura “facile” e intelligente, rovistando nella vecchia
biblioteca di famiglia, negli scaffali della nonna e della mamma. Una
collana di libri che ci parla del passato recente, della nostra storia
di persone, con lo charme di una scrittura apparentemente semplice.
Letture scelte per il puro piacere di leggere» Irene Bignardi
Bittersweet propone
storie ad alto contenuto di fattore umano. Storie all’apparenza, e
spesso, leggere, che in realtà, sotto la facilità della narrazione e la
grazia della scrittura, ci lasciano con il ricordo di un pensiero, di
una problematica, di un’epoca: l’inizio del Novecento, le rivoluzioni
sociali, i cambiamenti irreversibili del costume.
Una
collana di libri pensati, scritti e recuperati per coinvolgere il
lettore, con uno stile diretto e coinvolgente, appassionante e
appassionato, popolare e “facile”, che aggirando il pur prezioso apporto
del romanzo modernista e novecentesco, si muove lungo le strade del
piacere di raccontare e, specularmente, di leggere.
Bittersweet
presenta un mondo di scoperte, di riscoperte, di rivalutazioni. Il
ritorno a vecchi amori letterari che, settanta, ottant’anni dopo,
mettono in luce nuovi aspetti della personalità dell’autore (vedi la
durezza sotto il romanticismo nei libri di Rosamond Lehman),
rappresentano riscoperte (come la “scandalosa” Garçonne di Victor
Margueritte), propongono un talento narrativo prepotente non ancora
pienamente riconosciuto (vedi Dawn Powell), svelano una scrittura al
femminile che non è quella sofisticata di Virginia Woolf o di Vita
Sackville-West, ma che sa essere avvincente, acuta, sottile, a volte
poderosa. E ci mettono a confronto anche con la lingua e la sensibilità
con cui gli uomini parlano delle donne e per bocca delle donne,
appropriandosi della loro esperienza.
Bittersweet, come dolce e amaro, come serio e ironico, come tenero e duro. Bittersweet, come la condizione femminile.
I primi due titoli della collana, in libreria dal 15 ottobre: La garçonne di Victor Margueritte, scandaloso ritratto di ragazza maschiaccio in uno dei grandi bestseller dell’età del jazz; La Matriarca
di G.B. Stern, sottile umorismo ebraico nel racconto di una energica
Yiddish Mame e della sua esplosiva tribù nella Londra dei primi anni del
Novecento.
Il primo titolo del 2015, a febbraio in libreria: Questo indomito cuore di Pearl S. Buck, Premio Pulitzer e prima donna americana a essere insignita del Premio Nobel per la letteratura.
Con postfazione di Irene Bignardi
Il romanzo scandalo del 1922, un grande bestseller del XX secolo
Se
le donne hanno cominciato a portare il taglio “à la garçonne” è grazie a
questo romanzo, uno dei più grandi successi editoriali degli Anni
ruggenti. Quando uscì, nel 1922, questo romanzo suscitò un tale scandalo
che il suo autore, Victor Margueritte (1866-1942), noto scrittore
insignito della Legion d’onore, fu pregato di restituire l’onorificenza.
La garçonne - il cui titolo definiva una categoria umana, le
giovani spregiudicate, che passerà alla storia del costume - racconta
con franchezza di linguaggio la storia di Monique, ragazza della buona
società parigina che, alla vigilia del matrimonio, scopre che il futuro
marito ha un’amante. Umiliata, si vendica e decide di prendere in mano
il suo destino e i suoi amori. Curiosa di tutto, Monique cercherà
occasioni libertine per emanciparsi, proverà esperienze diverse, sia con
donne sia con uomini, che considera “strumenti di piacere”.
La garçonne
vendette solo in Francia 750.000 copie, somma esorbitante per l’epoca, e
ispirò ben quattro film, uno dei quali vide il debutto di Édith Piaf.
ISBN 978-88-454-2584-4 - € 16.00; pp. 272
Con postfazione di Susanna Nirenstein
Paragonato ai Buddenbrook di Thomas Mann, ma tanto più scanzonato e allegro, La Matriarca
di G.B. Stern narra l’ascesa e il declino della famiglia Rakonitz,
ebrei cosmopoliti che hanno girovagato per l’Europa prima di stabilirsi a
Londra. La loro numerosissima tribù ruota attorno ad Anastasia, la
Matriarca. È lei che comanda tra le mura di casa e sovrintende al
destino di fratelli, figli, cugini, nipoti, per non parlare delle
sventurate nuore. Per un secolo intero, dalle campagne napoleoniche alla
prima guerra mondiale, è tutto un susseguirsi di matrimoni e bar
mitzvà, amori e disincanti, guadagni e fallimenti. Pagina dopo pagina,
nel tono tipico dell’umorismo ebraico, capace di sorridere anche in
mezzo alle tragedie, si procede al ritmo incalzante della vita.
Negli
anni Venti e Trenta G.B. Stern aveva il suo bel posto nell’élite
letteraria londinese, era amica di tutti quelli che contavano. Aveva
ottenuto un successo precoce, a soli ventun anni. Vennero in seguito
dozzine di romanzi, testi per il teatro, brevi racconti, e fu perfino
ingaggiata come sceneggiatrice a Hollywood. A quarant’anni dalla sua
morte, di quella brillante produzione non si trovava in commercio più
niente. Finché La Matriarca, il suo romanzo più famoso, è
rispuntato nel 2013 sugli scaffali della più antica libreria di Londra,
la Daunt Books, che lo ha ripubblicato con il proprio marchio,
offrendogli una seconda vita. In Italia viene proposto per la prima
volta da Sonzogno.
ISBN: 978-88-454-2585-1 - € 16.00; pp. 320
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