CORDERO EDITORE presenta
IL
CLAN DEI MISERABILI
LA
NUOVA AVVENTURA DEL DETECTIVE BRUNO ASTOLFI SUI SET DEI GRANDI FILM
DEGLI ANNI QUARANTA DEL NOVECENTO
UN
THRILLER GRAFFIANTE CHE FOTOGRAFA L’ANIMA
PIÙ “NERA” DEL DOPOGUERRA ITALIANO
(Collana
“Crimen” a cura di Daniele Cambiaso, EAN 978 88 98 130 22, pp.
166, 14 €)
DA
MARZO 2014 IN LIBRERIA
Roma,
primavera del 1947. Negli studi di Cinecittà sono in corso le
riprese del film I
Miserabili,
diretto da Riccardo Freda e interpretato da attori del calibro di
Gino Cervi e Valentina Cortese. Qualcosa, però, non va come
dovrebbe. Sul set viene ritrovato il cadavere di Tibero De Santis, un
individuo equivoco, già sentimentalmente legato a una funzionaria
della società cinematografica “Lux Film”. È un omicidio
passionale come crede la polizia? Oppure c’è in ballo qualcosa di
più grosso? Per risolvere il mistero, il produttore del film si
affida al investigatore privato Bruno Astolfi, un ex pugile ed ex
commissario di polizia radiato ai tempi del fascismo per la sua
ostilità al regime. Tra labili indizi e false piste, l’investigatore
si muove nel sordido sottobosco della malavita romana, senza
trascurare il mondo patinato della cinematografia. Quando, però,
vengono compiuti nuovi efferati omicidi, Astolfi comprende che
l’inchiesta
sarà molto più complessa del previsto. Una caccia caparbia e
mozzafiato lo porterà finalmente sulle tracce del misterioso
assassino e delle sorprendenti verità celate dai delitti. Sarà una
partita molto rischiosa, però, per la quale il “detective dei
divi” arriverà a mettere in gioco la stessa vita. Dalla penna
elegante di un regista cult apprezzato in tutto il mondo, la sesta
imperdibile avventura del fortunatissimo ciclo di Bruno Astolfi.
Il
2008 segna il debutto come scrittore di
Umberto
Lenzi, icona mondiale del cinema di genere e del poliziottesco.
Il regista toscano sublima il suo amore per la Settima Arte anche a
livello narrativo dando vita a quella che diverrà la serie di
romanzi – a metà tra hard-boiled e crimen – dell’investigatore
Bruno Astolfi, un Philip
Marlowe in
salsa nostrana. Le indagini di Astolfi si svolgono sempre nel mondo
della celluloide, sui set di film realmente girati (come La
corona di ferro di
Blasettii, Harlem
di
Gallone, Due
lettere anonime di
Camerini, I
Miserabili di
Riccardo Freda) e tra attori e personaggi celebri realmente esistiti
(Massimo Girotti, Clara Calamai, Luisa Ferida, Amedeo Nazzari,
Vittorio De Sica, Federico Fellini, Totò, Eduardo e Peppino De
Filippo, Aldo Fabrizi, Ugo Tognazzi, Walter Chiari, Renato Guttuso,
Indro Montanelli, Mario Soldati). Attraverso scattanti trame noir,
rese particolarmente suggestive dall’affascinante scenario –
ricostruito magistralmente dall’autore che, oltre a essere un
cineasta, è anche uno rigoroso storico del cinema –, Lenzi
racconta, con il suo riconoscibile stile mordace e arguto,
il
cinema dei telefoni bianchi e l’Italia
degli anni Quaranta, ancora in bilico tra le tensioni della guerra e
un vitalistico desiderio di rinascita.
Umberto
Lenzi (Massa
Marittima 1931) è uno dei maestri del cinema poliziesco
all’italiana. Ha firmato come regista e sceneggiatore decine di
pellicole di culto, tra cui Milano
odia: la polizia non può sparare,
Roma
a mano armata,
Napoli
violenta, La
banda del gobbo,
Da
Corleone a Brooklyn.
I suoi film sono venerati, tra gli altri, da Quentin Tarantino, Joe
Dante e Tim Burton.
Ha
pubblicato tra il 2008 e il 2011 Delitti
a Cinecittà,
Terrore
ad Harlem,
Morte
al Cinevillaggio,
Scalera
di sangue (Coniglio
Editore), Spiaggia
a mano armata
(Rizzoli 2012) e
Il clan dei miserabili
(Cordero Editore 2014), che compongono le cine-inchieste
dell’investigatore
privato Bruno Astolfi.
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