SCRITTO NEL VENTO di Beatriz Williams è un romanzo
struggente, capace di sfiorare l’animo umano con delicatezza e sensibilità. Man
mano che la storia si delinea, viene ricostruita parallelamente su due piani
temporali, emergono frammenti di esistenze in un periodo storico particolare: quello
nel quale essere ebreo era sinonimo di probabili guai e infelicità.
Nel 1931, due amiche, molto diverse fra loro, Lily
e Budgie, scoprono l’amore durante
un’assolata estate destinata a sconvolgere le loro esistenze.
A distanza di anni, nel 1938, la spudorata Budgie
ha sposato il grande amore di Lily e le due si incontrano fingendo, per
educazione, che tra loro non ci siano dissapori per non alimentare i
pettegolezzi delle malelingue. Troppi baci, bugie e segreti hanno sconvolto le
loro vite, ma sta per giungere un violento uragano che può rimettere ogni cosa
al suo posto.
Lily, dolce, pura, devota, è una figura femminile
che conquista e nelle cui sofferenze e riflessioni ci si ritrova. Il suo
tormento amoroso, il suo arrovellarsi e interrogarsi sulle questioni del
passato fanno di lei una protagonista complessa e ideologicamente moderna.
Il suo grande amore “impossibile”, Nick, è il
rampollo di una famiglia di origini ebraiche e sembra ricambiare totalmente il
sentimento di lei, finché non lo si ritrova, anni dopo, sposato con l’amica.
Ricostruire il mistero che li ha separati è il
bello di questo romanzo, fatto dei frammenti che sono all’origine dell’amore e
delle menzogne più bieche, che contraddistinguono il genere umano. È un romanzo
toccante e avvincente che spiega come basti poco a stravolgere la vita e nello
stesso tempo a ricomporla.
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