“La Divina
Commedia è così satura di velati riferimenti religiosi, politici e filosofici
che Langdon suggeriva sempre ai suoi allievi di studiare il poeta fiorentino
come si studia la Bibbia: leggendo tra le righe nel tentativo di coglierne il
significato più profondo.”
Molto atteso e molto desiderato, questo libro ha,
però, qualche piccola pecca.
Dan Brown riesce a gestire, nel consueto modo, la
narrazione, creando, come sempre, situazioni estreme che il suo Robert Langdon
deve affrontare insieme a svariati e concatenati enigmi da risolvere. Lui
spiega tutto il suo ragionamento e il discorso fila, ma non sempre è piacevole.
A renderlo ancora più interessante è che questa volta gli enigmi abbracciano le
tre cantiche della Divina Commedia e tutti i riferimenti, storici e leggendari
possibili, relativi al celebre poeta Dante Alighieri. Inoltre, oltre all’arte
prettamente analizzata dal punto di vista letterario si affiancano la scultura
e l’architettura dinanzi a cui il nostro Robert Langdon non può non restare
colpito.
Firenze, Venezia e Istanbul sono le location nelle quali il professore
esperto di Simboli ci trascina, correndo e cercando, per scoprire quale verità
e quale insana follia c’è dietro la sua corsa per salvare se stesso e il
destino dell’umanità. Ad affiancarlo c’è la dottoressa Sienna Brooks che cerca
di aiutarlo a risolvere gli enigmi, poiché oltre all’arte e alla letteratura
includono anche nozioni di genetica.
È indubbiamente un libro interessante e le
consulenze di cui si è avvalso Dan Brown hanno dato il loro apporto e
contribuito a creare un prodotto commerciale interessante, ma non hanno potuto
impedire un paio di “ma”.
Dopo essere iniziato letteralmente con il botto,
questo romanzo alterna sequenze adrenaliniche, di azione, sparatorie e
inseguimenti, ad altre parti troppo accademiche e dottrinali che non sono
sempre di elevato gradimento e non risultano ben amalgamate con il resto della
narrazione, che subisce rallentamenti non desiderati. Nonostante tutto la
tecnica narrativa di Dan Brown, costituita da capitoli brevi con relativo colpo
di scena finale, crea effetti di suspense che invogliano il lettore a
continuare.
La trama, opportunamente sintetizzata, si presta ad
un adattamento cinematografico.
La seconda pecca riguarda il formato cartaceo del
libro la cui copertina rigida si è andata sgretolando durante la lettura delle
500 pagine, cosa che non succede con altri libri di uguale o superiore numero
di pagine. Il rapporto qualità-prezzo non è giustamente motivato. Vi ricordo
che il prezzo di copertina è di € 25. Forse avrei dovuto optare per il formato
ebook per evitare di scoprire questa seconda pecca.
“C’è un antico
detto,
spesso attribuito a Dante. […].
Ricorda questa sera,
perché sarà
l’inizio dell’eternità.”
Ciao Pupottina!
RispondiEliminaPremetto che non ho letto il libro, perchè non è il mio genere.
A volte mi chiedo cosa penserebbe Dante di tutte queste interpretazioni. Le considererebbe forzature, fantasie, manipolazioni commerciali...? O si farebbe una bella risata? :)
Secondo me, sto Brown lo manderebbe volentieri all'Inferno.. ahahah...
Ciao ciao! :)
Io mi sono tenuta lontana... mi pare che Brown scriva libri per fare film, cioè adatti alla pellicola ma carenti come semplice narrativa... è il classico best seller, forse era meglio in ebook in effetti... :-)
RispondiEliminaciao Pupottina, grazie per questa tua interessante recensione, strano appiglio, L'Inferno di Dante, a cui si e' appeso lo scrittore per scrivere il suo libro, grazie baci rosa buona giornata.)
RispondiEliminaLetto anch'io perché me l'hanno regalato. L'ho trovato fondamentalmente uguale agli altri due che ho letto di Brown: Il codice Da Vinci e Il simbolo perduto. Morale: con questo autore mi fermerò qui.
RispondiEliminaHo letto che questo libro ha già suscitato in diversi paesi nuovo interesse per l'opera e la figura di Dante.
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