Mark Z. Danielewski
CASA DI FOGLIE
Ritorna una delle grandi opere del nuovo millennio. Un libro-culto.
Un bestseller che da 13 anni è tra i romanzi americani più venduti.
Beat - pag. 736 - € 14,90 - Sin
dal suo apparire, il 7 marzo 2000 negli Stati Uniti, Casa di foglie
viene subito considerato uno dei grandi libri dell’inizio del nuovo
millennio, un’opera in cui la letteratura mostra la sua vera, enigmatica
profondità. Apprezzato da critica e pubblico, celebrato da scrittori
come Bret Easton Ellis e Jonathan Lethem, il romanzo di Mark Danielewski
è da allora uno dei libri più venduti negli Stati Uniti, oggetto di un
vero e proprio culto e di una sterminata letteratura secondaria. L’opera
si presenta in apparenza come un horror tra i più riusciti nel suo
genere. Johnny Truant, un ragazzo che trascina la sua giovane vita in un
insulso lavoro in un negozio di tatuaggi, una passione non corrisposta
per una spogliarellista e dipendenze varie da stupefacenti e alcol, si
sistema in un appartamento di Los Angeles lasciato libero da un certo
Zampanò, un anziano critico cinematografico cieco morto di recente. Tra
gli oggetti di Zampanò, Truant scopre un manoscritto in cui si narra di
un film-documentario intitolato The Navidson Record. Un film
terrificante, in cui ci si imbatte in quanto di più alieno sia mai stato
concepito. Nella più pura assenza. Nel vuoto. Nella tenebra che divora la tenebra.
Marsha Mehran
Caffè Babilonia
Beat - € 9 - pag. 256 - Guidata
dal vecchio giardiniere che curava in Persia le terre della sua casa
d’infanzia, Marjan Aminpour ha imparato sin da bambina a coltivare le
piante. A Ballinacroagh, il villaggio dell’Irlanda occidentale dove,
dopo essere scappata dall’Iran khomeinista, si è stabilita assieme a
Bahar e Layla, le sue sorelle più piccole, Marjan ha aperto il Caffè
Babilonia, un locale ricavato dall’ex panetteria di Estelle Delmonico,
la vedova di un fornaio italiano. Col cardamomo e l’acqua di rose, il
basmati, il dragoncello e la santoreggia, Marjan prepara le sue speziate
ricette persiane, e la gente di Ballinacroagh accorre ogni giorno
numerosa al Caffè Babilonia, attratta dalle pareti vermiglie, dalle
zuppe di melagrana e dal samovar del tè sempre pronto. Marjan potrebbe
finalmente godere dei suoi meritati piccoli trionfi se un perfido
scherzo del destino non si fosse preso la briga di turbarla
profondamente: Layla, la sorellina che si è conquistata subito la
simpatia dell’intera Ballinacroagh, si è innamorata, ricambiata, di
Malachy McGuire, uno dei figli di Thomas McGuire, il boss del villaggio
che possiede un’infinità di pub e ambirebbe volentieri a mettere le mani
sul Caffè Babilonia...
Siddhartha Mukherjee
L'imperatore del male
Libro vincitore del Premio Pulitzer 2011.
Tra i cento migliori libri del 2011 scelti dal New York Times.
Tra i cento migliori libri del 2011 scelti dal New York Times.
Beat - pag. 736 - € 12,90 - Questo libro attraversa e illumina un secolo intero della guerra al
cancro, dalle epoche della chirurgia più mutilante e della radioterapia
indiscriminata fino alle più recenti scoperte scientifiche. Vediamo i
bambini dei primi anni Cinquanta che caracollano salendo gli ampi
gradini di cemento che portano all’ingresso del nuovo ospedale voluto da
Sidney Farber, per affrontare una cura per le leucemie concepita pochi
anni prima in un seminterrato del vecchio Children’s Hospital, e
attuata, tra l’ostilità dei colleghi, in pochi letti in fondo a freddi
corridoi deserti. E vediamo cinquant’anni dopo il dottor Slamon
allontanarsi sulla sua Nissan malandata senza partecipare al cocktail
che celebra l’avvento di una nuova terapia per il carcinoma della
mammella, nata dai suoi studi solitari sul gene Her-2. Come in ogni
grande conflitto, ci imbattiamo in pagine epiche, miserie, interessi
alimentati da gruppi di pressione, stampa e finanziatori privati.
Tenendosi alla larga dai toni celebrativi, Siddhartha Mukherjee narra
delle sconfitte e delle vittorie, delle illusioni e delle speranze di
questa guerra, e della straordinaria personalità di numerosi medici e
scienziati che l’hanno condotta.
Paul Harding
L'ultimo inverno
Romanzo vincitore del premio Pulitzer 2010
Beat - pag. 224 - € 9 - Steso
su un letto d’ospedale al centro del soggiorno della sua casa nel New
England, George Washington Crosby si prepara a concludere la sua vita
circondato dai famigliari e accompagnato dal tintinnio dei suoi orologi
cui per anni si è dedicato come meticoloso restauratore. Meravigliosi
meccanismi di tutte le epoche e fogge che sono stati a lungo il legame,
negato ma indissolubile, con il mondo della sua infanzia e di suo padre
Howard, un uomo silenzioso, sognante, poetico, il quale stentatamente
manteneva quattro figli e una moglie insoddisfatta girovagando con il
suo carro pieno di mercanzie tra i boschi del Maine, in un mondo
dominato dalle stagioni, dal sole e dal gelo, dagli alberi, dai laghi e
dai ruscelli, da leggende e da poche parole. L’ultimo inverno è un
romanzo d’esordio di rara potenza espressiva, dominato da un linguaggio
plasmato dalla penna di un grande scrittore, un romanzo sull’America di
ieri e di oggi che parla dell’amore tra un padre e un figlio, della
fierezza della natura, del ricordo e della fantasia.
Zsuzsa Bank
I giorni chiari
Beat - € 9 - pag. 464 - Ai
margini di un villaggio nel sud della Germania degli anni Sessanta, là
dove cominciano i campi, c’è una casetta di assi sghembe in cui abitano
Aja e sua madre Évi. Zigi, il padre di Aja, è lontano, in qualche remoto
angolo del mondo dove ogni sera si esibisce come trapezista. Anche Seri
e Karl, gli amici di Aja, devono fare i conti con mancanze dolorose.
Seri era nata da poco quando, nella luce gialla del pomeriggio, suo
padre si portò improvvisamente le mani al petto e alla gola e si spense
tra le braccia di sua madre. Una tragedia, misteriosa e straziante ha
offuscato, invece, l’infanzia di Karl: in una bella giornata di
primavera, il suo fratellino è salito sull’auto di uno sconosciuto ed è
scomparso nel nulla. Come per un incanto, la vita in comune dei tre
bambini, nell’atmosfera stralunata e idilliaca del villaggio e del
giardino di Aja, sembra rimuovere ogni lutto. I giorni chiari e lieti
dell’infanzia hanno il sopravvento, e l’esistenza è spensierata sotto lo
sguardo amorevole delle madri. La vita adulta, però, coi suoi
compromessi e le sue disillusioni, le sue sconfitte e i suoi lati
oscuri, è in agguato. I giorni chiari è un grande romanzo che, con uno
stile sospeso e struggente, cattura il lettore e lo porta per mano
attraverso un mondo incantato.
Quale preferite?
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