Firenze, Teatro della Pergola,
9 e 10 maggio 2013
9 maggio, ore 18
Teatro della Pergola - Atrio delle Colonne
conversazione di Maurizio Scaparro
con Osvaldo Guerrieri
per la presentazione del suo libro
" I Torinesi "
intervengono
Giuseppe Russo – direttore editoriale della casa editrice Neri Pozza
Marco Giorgetti – direttore generale Fondazione Teatro della Pergola
coordina l'incontro
Domenico De Martino, Accademia della Crusca
IL LIBRO
Gente strana i Torinesi.
Agli occhi del paese sono musoni, faticatori, obbedienti fino
all’autolesionismo, squadrati come le vie della loro città. Poi si
scopre che sanno essere anche allegri, vitaioli, inventivi. Con Cavour
hanno fatto l’Italia in diciassette mesi; dopo di che, senza clamori
com’è nel loro costume, hanno fatto gli Italiani, trasferendo su di loro
un «modello» non rintracciabile altrove. Hanno avuto santi di caratura
piú sociale che mistica, la cui opera ha sollevato le condizioni di un
popolo conservatosi a lungo miserabile, affamato, preda di epidemie e di
disperazione. Quando Torino ha perduto il ruolo di capitale, hanno
trovato un nuovo motivo d’orgoglio trasformandola da città di caserme e
di ministeri a capitale della scienza. Hanno inventato l’industria
automobilistica e il cinema. La televisione è nata qui, qui è apparsa
l’industria della moda come la maggior parte delle discipline sportive.
Come in un paradosso, i figli delle montagne hanno dato vita al primo
Yacht Club italiano. E quanti Torinesi sono andati alla conquista del
mondo con la loro genialità visionaria o tremendamente concreta: per
esempio il «pomologo artificiale» Garnier Valletti; per esempio Marcel
Bich, l’inventore della penna a sfera; per esempio Riccardo Gualino, il
grande Gatsby della finanza spericolata e del collezionismo d’arte;
senza dimenticare Francesco Cirio, che riuscí a mettere in scatola la
natura, o la signora Lenci che popolò il mondo di bambole. I Torinesi
sono stati inarrestabili fino a quando, liquidata la monarchia, si sono
dati come principe Gianni Agnelli, considerandolo il vero signore
d’Italia e il suo ambasciatore.
È
una storia di grandezze ma anche di bassezze quella raccontata da
Osvaldo Guerrieri. Santità, criminalità, densità sublimi del pensiero
politico, altezze dell’arte, svenevolezze crepuscolari, rivelazioni
ultrasensibili si intrecciano in questo libro cosí come si sono
intricate in centocinquant’anni di rimescolamenti. È la narrazione non
di uno storico ma di un turista davanti alle vetrine della storia, che
al termine della sua passeggiata faziosa, approdando al sovvertimento
delle identità, si domanda: esistono ancora i Torinesi?
Osvaldo Guerrieri è
nato a Chieti e vive a Torino. È giornalista e critico teatrale de «La
Stampa», attività per la quale ha ricevuto nel 2003 il Premio Flaiano
per il Teatro. È autore dei romanzi L’archiamore, Un padre in prestito, Natura morta con violino oltremare, dei volumi di racconti L’ultimo nastro di Beckett e altri travestimenti e Alè Calai. Fra i suoi saggi teatrali La Grecia in pantofole di Alberto Savinio in Le lingue italiane del teatro a cura di Tullio De Mauro.
1 commento:
Torino, già vicina ai miei posti, ancor più per tanta storia comune!
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