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giovedì 21 febbraio 2013

Quando l'imperatore era un dio di Julie Otsuka

Julie Otsuka ancora una volta, dopo Venivamo tutte per mare, riesce a commuovermi raccontando con eleganza e rispetto pagine di storie che nessuno ci ha mai raccontato e soprattutto lo fa parlando con il cuore e alle donne. Narra il quotidiano di donne del passato che sono state ancore di salvezza in mezzo agli orrori e alle ingiustizie della storia.

La Otsuka utilizza un linguaggio semplice, incisivo e diretto. Sintetizza gli aspetti più angoscianti delle esistenze delle protagoniste, ma riesce comunque a coinvolgere il lettore e ad accompagnarlo per tutta la narrazione.

Il romanzo Quando l’imperatore era un dio racconta cosa accadde alle donne del primo romanzo (Venivamo tutte per mare), cosa accadde alle spose “in fotografia”, dopo lo scoppio della guerra, dopo Pearl Harbor, dopo l’ordine di evacuazione del febbraio 1942 costrinse le figlie di quelle donne a lasciare le loro abitazioni per essere internate nei campi di lavoro.
Anche lì le donne lottavano per tenere unita la famiglia …

La storia è resa magistralmente attraverso la narrazione dei due figli di una donna, rimasta sola dopo il l’arresto del marito, avvenuto nel cuore della notte e portandolo via in pigiama.

Il romanzo racconta come fosse assurda l’ostilità nei confronti dei giapponesi, subito dopo Pearl Harbour, e forte il razzismo nei loro confronti.

I giapponesi si sentono colpevoli per quel senso di colpa che li fa sentire appartenenti allo Stato artefice dell’attacco a Pearl Harbor durante il secondo conflitto mondiale. Ma i giapponesi hanno anche pagato successivamente da vittime con l’attacco nucleare a Hiroshima.

L’orrore per quanto commesso ha portato solo altra sofferenza, sterminio e dolore.
Quando l’imperatore era un dio è un romanzo toccante, commovente, lacerante, di grande intensità lirica, ma essenziale. È doveroso leggere il racconto di una parte di storia di cui non si parla. 

Consigliato. 

4 commenti:

Kylie ha detto...

Leggi un sacco, non sto al passo!

Baci e buona giornata!

Vele Ivy ha detto...

Bello! Bellooo!! Adoro la cultura giapponese e le storie al femminile... avevo adocchiato questi romanzi in libreria e adesso che ho letto la tua recensione sono ancora più impaziente di leggerli...

Ambra ha detto...

Un'autrice che non conosco, ma da quello che dici, deve assolutamente far parte della mia libreria. E poi è una donna che parla di donne.

Adriano Maini ha detto...

L'internamento degli americani di origine giapponese e dei giapponesi residenti negli USA, cui fa riferimento il romanzo, é una pagina vergognosa!

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