il suo nuovo romanzo Neuland
Eshkol Nevo
domenica 9 settembre - ore 14:45
Guardare Israele da lontano
Casa del Mantegna
con Susanna Nirenstein
«Neuland
indaga il significato dell’essere israeliani, il passato, la psicologia e la
cifra culturale di una nazione, le identità che essa crea. Rappresenta un
importante passo in avanti per tutta la letteratura israeliana, all’interno
della quale Nevo può ora occupare un posto di assoluto prestigio». Omri Herzog, Haaretz
«Neuland
rappresenta quello che ci aspettavamo. Un romanzo magistralmente scritto.
L’appello al cambiamento all’interno della società israeliana non è mai stato
cosí forte e preciso». Bookwatch
Dai giorni
del corso come osservatore nell’esercito di Israele, gli occhi di Dori sono
sempre in cerca di minacce potenziali: cecchini sui tetti, movimenti sospetti
fra i vicoli, una tenda spostata, uno scintillio che rivela che qualcuno ti sta
osservando col binocolo. Un’attività inutile, ma cosí radicata che il timore di
pericoli alberga ormai stabilmente nella sua mente. Roni, ad esempio, è la
prima donna alla quale Dori ha permesso di toccare il suo amaro nocciolo di
solitudine, la prima donna di cui si è fidato, sino al punto da appoggiarsi e
assuefarsi totalmente a lei. Tuttavia Dori è convinto che, camminando col suo
passo svelto, un giorno lei non si fermerà piú e lo lascerà. E allora per
evitarlo, Dori ha deciso di essere lui ad andarsene. Suo padre,
Meni Peleg, eroe della guerra del Kippur, uomo riflessivo, equilibrato, uno dei
piú quotati consulenti finanziari in Israele, dopo la morte dell’amata moglie è
scomparso da qualche parte in Sudamerica. Per scacciare i propri spettri
privati, Dori parte alla sua ricerca. Inbar ha la stessa età di Dori, non piú giovane come le giovani, né avanti
negli anni come quelle avanti negli anni. Una via di mezzo. Esattamente come
Dori. È bella, ha un’abbronzatura sana, un corpo florido e dei capelli castani
disordinati con studiata monelleria.
Anche Inbar è in fuga dai suoi fantasmi privati e dalle persone in carne e ossa cui è attaccata la sua vita in Israele. Sua madre, ad esempio, che vive nel ricordo struggente del figlio prediletto, Yoavi, morto suicida durante il servizio militare senza lasciare una lettera, una nota che spiegasse il gesto. Oppure Eitan, l’uomo che la spinge a una maternità che lei non può sopportare. Dori e Inbar si incontrano e si amano in Sudamerica. E in Argentina, là dove alla fine dell’Ottocento il Barone Hirsch comprò molte terre,convinto che fosse il posto migliore dove creare un focolare nazionale per gli ebrei, là dove persino Herzl accarezzò l’idea del nuovo stato di Israele, indeciso com’era tra Eretz Isruel e l’America del sud, si imbattono insieme in Meni Peleg. Grandi occhi blu e poncho celeste, barba lunga ma non troppo, pomo d’Adamo sporgente, esattamente come quello di Dori, Meni Peleg ha fondato in quelle terre Neuland, uno «stato ombra» in miniatura che rammenti allo stato d’Israele cosa avrebbe dovuto essere e cosa potrebbe essere, una comunità perché non vada perduta la millenaria speranza degli ebrei di essere un popolo libero.
Romanzo che al suo apparire in patria è stato salutato come un autentico punto di svolta nella letteratura israeliana contemporanea, come un accorato appello al cambiamento di Israele, Neuland riesce nel compito proprio della vera letteratura: mostrare la crisi di un’epoca e di una nazione nell’avvincente narrazione di una storia d’amore.
Anche Inbar è in fuga dai suoi fantasmi privati e dalle persone in carne e ossa cui è attaccata la sua vita in Israele. Sua madre, ad esempio, che vive nel ricordo struggente del figlio prediletto, Yoavi, morto suicida durante il servizio militare senza lasciare una lettera, una nota che spiegasse il gesto. Oppure Eitan, l’uomo che la spinge a una maternità che lei non può sopportare. Dori e Inbar si incontrano e si amano in Sudamerica. E in Argentina, là dove alla fine dell’Ottocento il Barone Hirsch comprò molte terre,convinto che fosse il posto migliore dove creare un focolare nazionale per gli ebrei, là dove persino Herzl accarezzò l’idea del nuovo stato di Israele, indeciso com’era tra Eretz Isruel e l’America del sud, si imbattono insieme in Meni Peleg. Grandi occhi blu e poncho celeste, barba lunga ma non troppo, pomo d’Adamo sporgente, esattamente come quello di Dori, Meni Peleg ha fondato in quelle terre Neuland, uno «stato ombra» in miniatura che rammenti allo stato d’Israele cosa avrebbe dovuto essere e cosa potrebbe essere, una comunità perché non vada perduta la millenaria speranza degli ebrei di essere un popolo libero.
Romanzo che al suo apparire in patria è stato salutato come un autentico punto di svolta nella letteratura israeliana contemporanea, come un accorato appello al cambiamento di Israele, Neuland riesce nel compito proprio della vera letteratura: mostrare la crisi di un’epoca e di una nazione nell’avvincente narrazione di una storia d’amore.
Eskhol
Nevo è nato a Gerusalemme nel 1971. Dopo un’infanzia
trascorsa tra Israele e gli Stati Uniti ha completato gli studi a Tel Aviv e
intrapreso una carriera di pubblicitario, abbandonata in seguito per dedicarsi
alla letteratura. Oggi insegna scrittura creativa in numerose istituzioni.
Oltre a La simmetria dei desideri (Neri Pozza 2012), best seller
internazionale, ha pubblicato Nostalgia, premio Book Publishers’
Association e FFRaymond Wallier Prize, una raccolta di racconti intitolata Bed
& Breakfast e il saggioThe Breaking Up Manual.
Nessun commento:
Posta un commento